«Il bollino blu rischia di portarci fuori strada perchè il servizio pubblico non riguarda solo i tg, non può avere senso solo in riferimento ai tempi di partecipazione delle forze politiche ai programmi di informazione. Il servizio pubblico deve prevedere anche l'intrattenimento o gli eventi sportivi». Così il segretario della Fnsi, Franco Siddi, è intervenuto in commissione di Vigilanza Rai sul tema del bollino blu che, secondo quanto previsto nel contratto di servizio in fase di approvazione, dovrebbe indicare i programmi di servizio pubblico.
«Il bollino - ha proseguito Siddi - non mi sembra un tema di attualità necessaria, mi pare piuttosto una battaglia persa». Siddi, sostenendo in pieno la relazione presentata in Vigilanza dal segretario Usigrai Vittorio Di Trapani, ha invitato inoltre le forze politiche a «cogliere l'occasione del rinnovo della concessione del 2016 per riportare il potere trasmissivo sotto la mano pubblica». «La Rai - ha proseguito - deve ridurre il gap tecnologico con le altre tv europee e proseguire spedita sulla strada della digitalizzazione».
Il segretario Fnsi ha anche auspicato che si garantisca un servizio pubblico televisivo agli italiani all'estero a cui è stato dato il diritto di voto. Siddi ha poi parlato del concorso per i giornalisti, che la Rai si appresta a bandire, spiegando che «si esce dalla selezione clientelare, dalle pratiche della lottizzazione che noi come sindacato non abbiamo mai accettato. Logiche che esistono anche se per fortuna la maggior parte dei colleghi risponde alle regole deontologiche. Oggi usciamo da queste logiche e si va verso il concorso. È un successo del sindacato che ha trovato finalmente la convergenza dell'azienda. Questo è il vero bollino blu».
«Un'altra battaglia che stiamo facendo è per i precari - ha aggiunto Siddi -. Nelle reti c'è lo scandalo, ci sono giornalisti che non lavorano con il contratto specifico, ma hanno quello da autori o da finti programmisti. Questa situazione si può cambiare». Rispondendo, infine, ad Alberto Airola del Movimento 5 Stelle, Siddi ha detto: «È giusto che critichiate i giornalisti, ma le liste di proscrizione no. Additare a bersaglio alcune persone crea il rischio che qualcuno faccia altre cose. La lista può andare ben oltre gli intenti».