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Siegfried Stohr: il mio anno in F1

Da Carlo69 @F1Raceit
Interviste Stohr _Arrows2

Published on dicembre 20th, 2012 | by Giulio Scaccia

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Roma, 20 dicembre 2012. Siegfried Stohr, fondatore della scuola GuidarePilotare a Misano Adriatico, psicologo ed imprenditore, racconta ad F1Race il suo anno in F1 con la Arrows nel 1981 dopo i successi: il team, l’ambiente del Circus, i colleghi, Pironi e Villeneuve.

 

Campione italiano di Formula Italia e di Formula 3, i successi in Formula 2. Poi l’arrivo nel Circus. Un anno in Formula 1 con il Team Arrows, era il 1981. Cosa ha lasciato?

Ha lasciato un grande vuoto. Ero disoccupato, non avevo un lavoro, non avevo neanche una lira, per cui andavo da mamma a battere cassa per fare la spesa. Io mi sentivo in grado di guidare una Formiula 1, anche se la stagione non era andata molto bene, considerando tutto un insieme di circostanze. Non sono riuscito a fare nemmeno una stagione, ho mancato le ultime due gare. Ha lasciato un vuoto, se vuoi anche una depressione in me. Ero avvilitissimo. Quello che racconto nel mio libro, mi guardavo le mani, come un falegname si guarda le mani ma non ha il legno da lavorare. Io non avevo un volante. Non è che sapessi fare solo quello, avevo una laurea in psicologia, ma volevo fare quello. Arrivare in F1 è stata una soddisfazione. Sapevo che potevo fare di più. Non avevo un obiettivo particolare ma conoscevo il mio valore rispetto a tanti altri.

Stohr_1981_Sudafrica
Cos’è che non ha funzionato?

Qualche errore l’ho fatto anche io. Due volte ho picchiato nelle prove libere ed i meccanici non sono riusciti a metter a posto la vettura per le prove ufficiali. E quindi due gare non mi sono qualificato per non ho girato. Pensa però che la mia migliore gara è stata dopo l’incidente di Zolder quando ero terrorizzato per aver centrato il meccanico sulla griglia di partenza. E’ stata subito dopo a Montecarlo ed ho fatto il 14° tempo in prova, con la macchina senza correttore di assetto perché il mio non funzionava. Quattordicesimo a Montecarlo su trentasei macchine non era male. Ero tra Andretti e Pironi, Didier era dietro. Ero davanti a Michele Alboreto, gente forte. Avevo fatto bene. La mia migliore gara è stata lì. Poi mi sono dovuto ritirare.

Non ha funzionato molto bene il Team. La squadra è partita bene, con la macchina però dell’anno precedente. Io avevo la macchina di Jochen Mass: avevano riverniciato la vettura, cambiato le pance, ma il telaio era quello. Il Team tirava a risparmiare. Poi quando abbiamo cambiato le gomme siamo andati in crisi. Ci davano 12 gomme e  12 andavano alla prima guida che era Patrese, ed io correvo con le gomme usate la gara precedente. Puoi capire che in quelle condizioni guidi una F1 ma non sei neanche in F3.

Non puoi guidare, cerchi soltanto di fare il tuo dovere, di non fare danni e non spaccare niente. Il primo motore che si è rotto nel 1981 era un motore con cui Fittipaldi aveva vinto il mondiale del 1974. Aveva come minimo 7 anni. Ti puoi immaginare. Si è rotto tirando a 10.200 contro i 10.800 che avevo come regime di rotazione.

Poi il team ha deciso da metà stagione di fare una macchina sola. La mia non era neanche il muletto. Avevano due macchine con il cambio nuovo per Patrese ed io avevo la roba vecchia. Da lì in poi è stato tutto in salita.

Riccardo Patrese che compagno di squadra era?

Era assente. Alla prima gara abbiamo parlato delle marcie e quando ho visto che l’unica marcia importante me l’ha data sbagliata, da quella volta lì non ci siamo più parlati. Lui faceva il suo briefing, io facevo il mio, ognuno andava per conto suo. A Digione, lui aveva 12 gomme. A 10 minuti dalla fine ha scelto i 2 treni buoni e l’ultimo lo hanno messo a me. Mentre me lo stavano montando lui se ne è accorto ed ha detto: “Aspettate, aspettate, voglio provare quello”. Me l’hanno tolto e non mi sono qualificato. Queste erano le cortesie tra compagni di squadra. Puoi immaginare. Ci si salutava.

Stohr_Arrows3
Riccardo come pilota era veloce?

Patrese era molto veloce. Pensa che quell’anno ha fatto una pole position a Long Beach, quando io non sono neanche riuscito ad uscire perché mi esplose il motore nella corsia. Patrese era molto veloce. Il 1981 è stato il suo anno migliore. Poi ha avuto la sfortuna di andare alla Brabham dove c’era un certo Nelson Piquet, che alla prima gara lo ha bastonato e lui si è ritirato piangendo perché aveva avuto una crisi di nervi. Poi con il tempo il suo carattere si è indurito, ma lui lì ha perso un’occasione importantissima. Regazzoni diceva che “Patrese non era neanche una seconda guida”. Questo era un concetto molto ingiusto detto da Clay. Secondo me era una fantastica seconda guida, ma avrebbe potuto fare molto di più di quello che ha fatto, se nel 1982 avesse avuto una tempra diversa. Quando Piquet in Brasile lo ha passato, ha fatto un testacoda e si è ritirato, ma la macchina non aveva nulla. Era lui che aveva qualcosa. Lì è crollato.

Patrese era molto veloce. Camminava a Montecarlo, nelle piste veloci, era veloce in F2, dove ha vinto il campionato. Riccardo era una grande speranza. Nel 1978 in Sudafrica era primo quando ha rotto il motore e nel 1981, nella mia prima gara, ho avuto il piacere di superarlo al primo giro e fare davanti a lui 7/8 giri perché era bagnato. Avevamo entrambi le gomme da asciutto. Quella è stata la mia migliore performance. Andare meglio di Riccardo al mio debutto. Poi quando la pista si andava asciugando mi ha risuperato. Però con il bagnato me la cavavo bene.

Stohr_Arrows
Nell’anno in F1 hai il ricordo di qualche collega?

L’unico ricordo che ho dei colleghi è di Gilles Villeneuve. Una sera cenavo da solo, c’erano Pironi e Gilles e Didier mi ha invitato al tavolo a mangiare con loro. Sono stati entrambi carini con me. Siccome parlavo bene il francese, Gilles mi ha voluto nel sindacato dei piloti. C’erano Villeneuve, Pironi, Laffite, Andretti ed io. Ero in buona compagnia.

Ricordo una cosa di Gilles. Dopo l’incidente di Zolder fummo multati. La multa era di 5.000 dollari. Quella di Gilles la pagò la Ferrari. La mia la pagò Stohr…. Io avevo dato alla banca il mandato per il pagamento e non si sapeva se questi soldi erano arrivati o no. Gilles venne da me e mi disse: “Guarda che se non ti fanno correre non corro nemmeno io”. Fu una cosa carina detta da lui. Io gli ho creduto. Era una persona molto determinata.

Lui e Pironi sono gli unici due con cui ho avuto un po’ a che fare. Gli altri praticamente non li ho visti. Ho fatto una volta una bella lotta in pista con Michele, sorpassi e controsorpassi. Una volta ho buttato fuori strada Reutemann che mi aveva ostacolato nel mio giro migliore, ma Carlos non mi disse nulla. Per il resto ci si salutava a fatica con i colleghi. Non facevo amicizia con nessiuno.

Segui ancora la F1.?

Ultimamente sì. Riesco a non dormire. E’ già un risultato.

 

 


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