Edgar Wallace - Foto da: Bundesarchiv
Bild 102-13109 (1928-1930 ca.)
– Inoltre non porrei riserve a un ulteriore eventuale matrimonio. Se lo facessi sarebbe puro egoismo, e io non sono egoista. Quando morirò entrerete in possesso di notevoli proprietà, e vita natural durante godrete di tutte le mie ricchezze. E' comprensibile che non abbiate mai pensato a me come a un possibile marito, ma non è insolito che un tutore sposi la propria pupilla e la differenza d'età non mi pare un ostacolo insuperabile.
Parlava come se stesse recitando un discorso accuratamente preparato, ed Elsa Marlowe lo ascoltava sbalordita.
Elgin Crescent sarebbe rimasta meno scossa se fosse finita all'improvviso alla periferia di Bagdad o se la vecchia credenza di fosse, motu proprio, messa a gambe in su.
Ma Elgin Crescent era ancora a Bayswater, e nessun ballo di mobili aveva turbato la tetra sala da pranzo nella villetta di Maurice Tarn; e c'era anche Maurice Tarn in persona, seduto all'altro capo del tavolo della colazione, un uomo di cinquantasei anni, sciatto, dalla barba non rasata, con le mani tremanti che si portava ai baffi grigi e ispidi con un gesto automatico, un eloquente ricordo della sbronza della notte precedente (quando aveva guardato, quella mattina, sul tavolo nello studio c'erano tre bottiglie vuote).
Quello stesso uomo le stava facendo una proposta di matrimonio.