Di solito il discorso sugli stereotipi di genere è declinato quasi esclusivamente al femminile.
E gli uomini? Prendo spunto da questo video (purtroppo si trova solo questa versione non sottotitolata) che è il trailer di un documentario su come la società renda gli uomini sessisti. A fronte di una forte oggettivazione della donna, all’uomo si propone di aderire allo stereotipo del maschio alfa dominante, del capobranco, del dominatore che afferma la propria superiorità con i soldi, macchine veloci e con le donne.
Si riflette ancora una volta sulla stereotipizzazione a cui sono soggette le donne, ma forse si può dire qualcosa di più: anche gli uomini sono educati, costretti in un ruolo unico, standardizzato, stereotipato e (opinione del tutto personale) un po’ ridicolo.
Giovanni Duro, "Maschio Alfa"
L’adeguamento a questo modello genera ovviamente sessismo, il sessimo (come credo anche il razzismo) è una chiave di lettura della realtà molto comoda e facile, poichè non mette in campo le capacità razionali di chi lo accetta, limitandosi a smuovere e toccare gli istinti più bassi e triviali. Essendo un atteggiamento stupido, è il modello maggiormente proposto dai media, visto che lo scopo dei media è vendere, e si venderà di più proponendo modelli facili, scontati, comodi e stupidi.
Siccome per la società in cui viviamo siamo in primo luogo dei consumatori, sarà molto più facile che gli uomini spendano dei soldi se si fa loro credere che i prodotti che si consiglia di acquistare li renderanno superfighi, li renderanno migliori, adorati dalle donne e dominanti su di esse e sugli altri uomini. Per cui se da un lato è vero che il modello proposto è in parte la riproposizione (ancora più politicamente scorretta se possibile) del modello tradizionale patriarcale, dall’altra però è vero che l’adesione inconsapevole a questo modello è più che auspicata dai media, non perchè sia il modello “giusto”, ma piuttosto perchè è il modello che fa vendere di più. Insomma che siamo donne o uomini, senza un’adeguata consapevolezza critica siamo tutti destinati ad essere schiavi di un amorevole padrone di nome consumismo.