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Sila, sciopero dello sci

Creato il 06 aprile 2014 da Makinsud

La stagione invernale sui monti dell’altopiano della Sila si è rivelata molto scarsa in termini di quantità di precipitazioni nevose, considerando che quello appena trascorso è stato uno degli inverni più miti degli ultimi anni. Tutto questo è stato, indiscutibilmente, un forte danno per l’intero territorio silano e per l’economia turistica considerandone il ridotto numero di visitatori presenti sulle piste da sci e l’impossibilità di aprire e rendere funzionanti gli stessi impianti, in particolar modo quelli delle località di Camigliatello Silano, frazione di Spezzano della Sila. Per questo motivo, i paesini della Sila hanno attraversato un inverno molto duro per la loro economia basata perlopiù sulla stagione invernale e ciò trascina con sé strascichi molto dolorosi dal punto di vista occupazionale. Si legge in tal senso la notizia di questi giorni inerente alla protesta dei lavoratori degli impianti sciistici che scendono in piazza per gridare la loro rabbia, sottolineando il profondo malcontento per la situazione vissuta e la volontà di rimarcare  le responsabilità delle istituzioni nell’ambito della complessa vicenda, non volendo pagare in prima persona colpe e responsabilità altrui.

sila

I lavoratori degli impianti sciistici della Sila hanno, così, organizzato in questi giorni un sit-in di protesta proprio in prossimità degli stessi impianti al fine di avere una maggiore visibilità e rendere partecipe la popolazione (e anche gli sciatori presenti) affermando con decisione il loro dissenso nei confronti delle scelte strategiche e gestionali operate dall’Arsac, l’Agenzia regionale ad hoc. Scelte che i lavoratori degli impianti sciistici reputano sbagliate, in particolar modo quelle relative alle inefficienze e al mancato funzionamento degli impianti, ma anche al mancato ammodernamento della struttura di Lorica, così come affermato da Giovanni Angotti, segretario della Filt Cigl di Cosenza. Inoltre, si è posto l’accento sull’assurda vicenda della chiusura dell’impianto di Lorica causa “scadenza della vita tecnica” che ha significato in sostanza una vera e propria paralisi per l’economia dell’intera zona della Sila posta sulle rive del Lago Arvo. Vicenda dai contorni quasi paradossali considerando che già dal 2010 i lavoratori degli impianti avevano segnalato il problema con un’apposita raccolta firme (diecimila) e che, nel contempo, le istituzioni regionali non si sono mosse per provare ad ottenere una proroga e/o la riapertura delle strutture.

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