Il Professore pretende, anzi ordina, il silenzio. Zitto Bersani, zitto Fassina, zitto Landini, zitta la Camusso, zitto Vendola, zitto Silvio (che esprime giudizi “volatili”), zitto Brunetta (che ha una elevata “statura” accademica). O il Professore è stato colto dal classico delirio di onnipotenza, che colpisce chi pensa (crede) di volare un metro sopra gli altri, o è completamente prigioniero delle sue verità senza rendersi conto che, per l’appunto, sono le sue. Ha iniziato a sparare, il Professore, altro che aplomb oxfordiano. Sta tirando fuori pallottole dum-dum a ogni intervista, quei proiettili auto-esplosivi che colpiscono indifferentemente a destra e a sinistra, dimostrando che tutte le armi sono profondamente sceme, compreso chi le usa. Il presidente della commissione di vigilanza sulla Rai, l’esimio Sergio Zavoli del Processo alla tappa, ha stoppato l’ennesima comparsa di Mario Monti sulle tv, impedendogli di partecipare all’Arena di Massimo Giletti, come invece ha fatto, con scarso successo, Silvio Berlusconi. E invece questa volta sarebbe stato interessante ascoltarlo, soprattutto con un giornalista meno accondiscendente. Perché al Professore bisognerebbe chiedere cosa ne pensa dell’inflazione media salita al 3 per cento nel 2012, il massimo dal 2008. Al Professore chiederemmo perché il carrello della spesa degli italiani è più caro del 4,3 per cento, a fronte di un calo del potere d’acquisto delle famiglie calcolato (dal Codacons) in 1.048 euro. Chiederemmo, al Professore, perché la percentuale di disoccupazione giovanile è al 35 per cento e perché, invece di investire nella crescita, nello sviluppo e, quindi, nell’occupazione, ha deciso di devolvere 3 miliardi e mezzo di euro al Monte dei Paschi e 2 miliardi e mezzo a Morgan Stanley. Chiederemmo, sempre al Professore, perché in Italia non è applicabile una patrimoniale sui grandi redditi e perché il 15 per cento dei capitalisti detiene il 70 per cento della ricchezza nazionale complessiva. Chiederemmo, sempre al professor Monti, per quale ragione la signora Alessandra Mezzetti deve dare 700 euro a Sicurezza e Ambiente, per lavare il sangue di suo figlio, deceduto in un incidente stradale, dall’asfalto. Chiederemmo al Professore, a che titolo l’Aeronautica Militare ha preteso l’acquisto degli F15. Per andare a bombardare chi? e cosa? per caso l’articolo 11 della Costituzione? Chiederemmo a Mario Monti, perché è andato a Pomigliano d’Arco a legittimare l’opera del più grande tagliatore di teste operaie degli ultimi 150 anni. Forse perché Marchionne ha consegnato (finalmente) a lui il piano industriale della Fiat in piena sindrome Panda? Chiederemmo, infine, al Professore, che rapporti ha con le agenzie di rating internazionali, con il Gruppo Bilderberg, con i rockfelleriani d’oltreoceano e, più in generale, con le banche, verso le quali sembra avere quasi un’attrazione orgasmatica. D'altronde c’è chi gioca una sana partita al cinque contro uno con il poster di Belen nuda e chi con i prospetti grafici dei bilanci. Questione di gusti. È solo una misera questione di gusti.
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Il Professore pretende, anzi ordina, il silenzio. Zitto Bersani, zitto Fassina, zitto Landini, zitta la Camusso, zitto Vendola, zitto Silvio (che esprime giudizi “volatili”), zitto Brunetta (che ha una elevata “statura” accademica). O il Professore è stato colto dal classico delirio di onnipotenza, che colpisce chi pensa (crede) di volare un metro sopra gli altri, o è completamente prigioniero delle sue verità senza rendersi conto che, per l’appunto, sono le sue. Ha iniziato a sparare, il Professore, altro che aplomb oxfordiano. Sta tirando fuori pallottole dum-dum a ogni intervista, quei proiettili auto-esplosivi che colpiscono indifferentemente a destra e a sinistra, dimostrando che tutte le armi sono profondamente sceme, compreso chi le usa. Il presidente della commissione di vigilanza sulla Rai, l’esimio Sergio Zavoli del Processo alla tappa, ha stoppato l’ennesima comparsa di Mario Monti sulle tv, impedendogli di partecipare all’Arena di Massimo Giletti, come invece ha fatto, con scarso successo, Silvio Berlusconi. E invece questa volta sarebbe stato interessante ascoltarlo, soprattutto con un giornalista meno accondiscendente. Perché al Professore bisognerebbe chiedere cosa ne pensa dell’inflazione media salita al 3 per cento nel 2012, il massimo dal 2008. Al Professore chiederemmo perché il carrello della spesa degli italiani è più caro del 4,3 per cento, a fronte di un calo del potere d’acquisto delle famiglie calcolato (dal Codacons) in 1.048 euro. Chiederemmo, al Professore, perché la percentuale di disoccupazione giovanile è al 35 per cento e perché, invece di investire nella crescita, nello sviluppo e, quindi, nell’occupazione, ha deciso di devolvere 3 miliardi e mezzo di euro al Monte dei Paschi e 2 miliardi e mezzo a Morgan Stanley. Chiederemmo, sempre al Professore, perché in Italia non è applicabile una patrimoniale sui grandi redditi e perché il 15 per cento dei capitalisti detiene il 70 per cento della ricchezza nazionale complessiva. Chiederemmo, sempre al professor Monti, per quale ragione la signora Alessandra Mezzetti deve dare 700 euro a Sicurezza e Ambiente, per lavare il sangue di suo figlio, deceduto in un incidente stradale, dall’asfalto. Chiederemmo al Professore, a che titolo l’Aeronautica Militare ha preteso l’acquisto degli F15. Per andare a bombardare chi? e cosa? per caso l’articolo 11 della Costituzione? Chiederemmo a Mario Monti, perché è andato a Pomigliano d’Arco a legittimare l’opera del più grande tagliatore di teste operaie degli ultimi 150 anni. Forse perché Marchionne ha consegnato (finalmente) a lui il piano industriale della Fiat in piena sindrome Panda? Chiederemmo, infine, al Professore, che rapporti ha con le agenzie di rating internazionali, con il Gruppo Bilderberg, con i rockfelleriani d’oltreoceano e, più in generale, con le banche, verso le quali sembra avere quasi un’attrazione orgasmatica. D'altronde c’è chi gioca una sana partita al cinque contro uno con il poster di Belen nuda e chi con i prospetti grafici dei bilanci. Questione di gusti. È solo una misera questione di gusti.
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