Avrei cambiato Wenger nel 2006, ma devo ammettere che quest’uomo mi sorprende sempre. Sarà l’estasi del 5-2 di sabato ai cugini del Tottenham (…who are you?). Sarà che Wenger, a differenza dei tecnici di casa nostra, ogni lunedì prende carta e penna (anzi, accende il pc) e scrive ai suoi tifosi. Una lettera recapitata all’indirizzo email di migliaia di Gooners in tutto il mondo. Si vinca o si perda, il lunedì arriva la mail di Wenger. Quanti altri allenatori conoscete che scrivono ogni settimana ai propri tifosi?
Noi abbiamo vinto diverse volte in dieci». La lettera di Wenger continua con l’elogio a Theo Walcott, che però ha le valigie pronte: «Non sta giocando come qualcuno che se ne voglia andare. Non ho mai cambiato idea su di lui: voglio che resti, e faremo di tutto per trovare un accordo». Parole al miele anche per Giroud (e qui faccio mea culpa: è molto meno scarso di quanto l’avessi descritto a settembre).
E infine un plauso a Santi Cazorla: «Fantastico. Sembra che il miglior allenamento sia andare e tornare da Panama con la propria nazionale!». Infine, la frase che non manca mai: «Grazie per il vostro tifo».
Grazie a te, mister Wenger. Anche se tante volte ci fai arrabbiare (ma quando vinciamo qualcosa?!) dobbiamo ammettere che sei una gran bella persona. In Arsène we trust.
Andrea de Polo