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Silenzio... si vota.

Creato il 23 febbraio 2013 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Silenzio... si vota.Due o tre cose che riteniamo insopportabili prima di tentare una difficile previsione. Non sappiamo se Silvio sia sempre presente a se stesso. Ignoriamo, in poche parole, se riesca a mantenere il cervello collegato 24 ore al giorno con la bocca che ne esprime le idee, le “pensate” direbbe Eduardo, o se la voce segua altri percorsi, subisca l'influenza di altre parti del corpo, soprattutto di quelle che partono dalla cintola in giù. Rimborsare l'Imu con i suoi soldi si chiama voto di scambio. È un reato da codice penale. Non c'è nessuna differenza con la 'ndrangheta che si faceva pagare 50 euro a voto da Domenico Zambetti. È un assurdo giuridico che nessuno intervenga per bloccarlo, perché Silvio, in poche parole, ha detto agli italiani che li pagherà in cambio della loro preferenza. Abituati a prendere per cazzate barzellettistiche ogni uscita del Capataz, non vorremmo che anche quest'ultima sortita venga presa per una boutade, semplicemente perché non lo è. Perché è un fatto gravissimo. Perché qualche milione di pensionati ci cascherà ancora, proprio come quelli che hanno la faccia un po' così e che vivono a Genova. “Rimborserò l'Imu con soldi miei”, dopo che dalla Svizzera gli hanno fatto sapere che l'accordo con le banche non si potrà realizzare a breve, era l'ultima chance rimasta al Cavaliere per non sputtanare un'idea sulla quale ha investito una parte importante del suo patrimonio. Peccato sia un reato, ma a Silvio che volete che gliene freghi di un reato di più o di un reato di meno? Anche Mario Monti ha subito la modificazione genetica di cui sono vittime tutti coloro che si avvicinano alla politica italiana. Ormai è una vera e propria maledizione. Dopo venti anni di berlusconismo, i politici nostrani vivono di stupidaggini, di false promesse, di sogni irrealizzabili, di una presa in giro coordinata e continuata dei cittadini che, a questo punto, non riescono più a distinguere fra sogno e realtà. Mentono. Spudoratamente. Senza limiti e senza vergogna. Si costruiscono carriere mai fatte e si fanno portatori di pensieri di altri, di solito personaggi pubblici che non si sarebbero mai sognati di dire quello che gli viene messo in bocca. Così è accaduto anche al Professore che, colto dall'enfasi oratoria e non sapendo più a che santo votarsi per superare la soglia psicologica del 10 per cento, ha fatto dire ad Angela Merkel: “Non voglio il Pd al governo”. Fra una foto con il cane e una con i nipotini, cadute di stile ma non inquadrabili nel contesto dei reati, l'improvvida uscita sulla Merkel ha fatto cadere Monti nel baratro dei politici made in Italy: mentitore come gli altri e amen. Poi c'è chi parla un po' per provocare, un po' per sproloquiare. Non avendo nessuna preparazione politica né il senso della “continenza”, si lascia andare a battute che farebbero rabbrividire anche il più rivoluzionario anarchico di un paese senza più valori. Allora si fa l'occhiolino alla mafia, si corteggiano i nazi-fascisti di Casa Pound, si forniscono le coordinate geografiche di Montecitorio ad Al Quaeda, si invitano i politici ad alzare le mani in segno di resa. Se c'è un'offesa che può essere fatta alla dignità di una persona, è quella di farle alzare le mani in segno di resa. È una intimazione che appartiene ai violenti e ai dittatori, ai sopraffattori e ai vigliacchi perché dire a qualcuno “Mani in alto”, significa avere nelle proprie almeno una pistola. Abituati a decenni di filmacci, far alzare le mani al nemico era il momento di consacrazione dell'eroe vittorioso. Ma a noi, che non sopportiamo né i santi né gli eroi preferendo i poeti, quell'ordine è sempre parso un crimine contro l'umanità. Quando Beppe Grillo lo ha detto, riferendosi ai politici italiani, ci siamo immaginati una fila di donne e di uomini che usciva con le mani alzate da Montecitorio, mentre ai lati, i grillini con il kalashnikov ak 47 in mano, ne controllavano le mosse. Nei loro occhi c'era un senso di sperdimento che con l'umanità non c'entra nulla, esattamente come quelli dei bambini del ghetto di Varsavia, costretti ad alzare le mani di fronte a un fucile nazista. Se questa è la politica dei grillini gliela lasciamo tutta. Siamo diversi, abbiamo un dna diverso e, anche se ormai il M5S si avvia a diventare la seconda forza politica del paese, confessiamo senza vergogna che ci fa paura. È vero che una rivoluzione non sarà mai incruenta, ma morire per mano di un comico miliardario no, questo proprio no. 

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