Silenziosamente mi è scivolato dentro un senso di vuoto che non conoscevo, proprio oggi che è la vigilia della festa più amata: è come un dolore sordo che mi pesa sul cuore e se ne sta lì, continuo.
Me lo avevano detto in molti e anch’io me l’ero ripetuto, ma ora che il Natale è alle porte sento dentro tutto il peso del distacco, come un singhiozzo trattenuto, come una voglia di pianto che non si decide a liberarsi.
Ci saranno altri giorni e altri momenti per il sorriso e la gioia, ma ora vorrei che questi giorni sparissero dal calendario, che questa pena passasse come in un sogno, vorrei risvegliarmi alla vita quotidiana, piena di lavoro e di problemi, piena delle mille incombenze che, da sole, bastano a stordire e a mettere in un angolo il dolore che, pure, non cessa.
Ed è un dolore per ciò che poteva essere e non sarà più.
Ora uscirò per strada, incontrerò persone a cui volentieri farò i miei auguri e parlerò di speranza e di felicità, ma so già che non riuscirò a scacciare la sensazione di un ago spezzato nel cuore.