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“Silenziosi acrobati” di Costanza Lindi

Da Vivianap @vpicchiarelli

SilenziosiAcrobatiCopertinaS’intitola “Silenziosi acrobati” la nuova silloge della poetessa perugina Costanza Lindi, edita da Montecovello editore, disponibile anche nei canali online in formato e-book. Divisa in quattro sezioni, la silloge è il tentativo della scrittrice di riprodurre su un foglio di carta luci, ombre, movimenti ed evoluzioni reali o nate nella nostra mente, rappresentando ogni essere umano come un funambolo che avanza su una corda sottile, costantemente in bilico tra il giusto e lo sbagliato. Poesie che parlano di noi, l’umanità come protagonista della scena, in uno spettacolo ricco di domande e risposte, tutto ciò che rende ognuno di noi degno di un pubblico. Protagonisti ma anche voci fuori campo, le ombre più intime, dalla rabbia alla gioia, dalla condanna più crudele, alla descrizione di un amore unico ed esclusivo.

L’autrice nata nel Febbraio del 1988 in Umbria, si avvicina in tenera età alle prime forme di scrittura fino a rendere le sue parole sempre meno nascoste. Nel Febbraio 2012 pubblica la sua prima raccolta di poesie, “Il profumo delle tele di ragno” (youcanprint), disponibile nelle maggiori librerie online. Partecipa inoltre ad iniziative collettive del Gruppo Letterario Women@work, e prende parte, con buoni risultati, ad alcuni concorsi letterari nei quali sono apprezzate e pubblicate alcune sue poesie, che ha poi inserito nella sua nuova silloge. Inoltre è in continuo contatto con poeti emergenti e scrive, da più di un anno, recensioni periodiche riguardanti poesie o raccolte poetiche sulla rivista online letteratu.it. Cura e gestisce un blog nel quale pubblica recensioni e che aggiorna continuamente sulla sua attività da scrittrice: www.clindi.wordpress.com.

Acrobati siamo noi tutti, costantemente sul filo del border line della vita, tra le luci e le ombre che la contraddistinguono.
Acrobati siamo noi tutti, inesorabilmente sul teatro della vita, possibilmente da protagonisti, spesso da comprimari anonimi. Acrobati siamo noi tutti, indiscutibilmente padroni del libro della nostra vita, chiamati a scriverne pagine su pagine.

Costanza parla di noi e a noi, dunque. E lo fa scavando a fondo, come ogni poeta dovrebbe fare, senza però lasciarsi guidare dall’orgasmo della scrittura fine a se stessa e che, troppe volte, invece sembra animare la penna di coloro che si esprimono in versi. Donna di teatro, avvezza alla polvere del palcoscenico, ne conosce le irregolarità, le imperfezioni e i possibili inganni. Per questo, sa come coreografare le parole, come strutturarle in prime donne o in ballerine di fila, per restituirci armonia e equilibrio dopo aver mischiato le carte e rimesso in discussione la calma apparente per spogliarla di ogni sovrastruttura e arrivare all’essenza.

Il suo è uno scrivere che si fa materia, che assume spessore, che si anima nel sondare l’anima. E che all’anima anela.


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