Tra tutti gli eroi nati dall’instancabile fantasia di Stan Lee negli anni ’60, agli albori del fumetto supereroistico moderno,
Proprio questo suo lato adulto ha reso Silver Surfer uno degli eroi Marvel più apprezzati in Italia, sin dai tempi della Corno, presso un pubblico più maturo; discorso diverso negli Usa, dove il surfista d’argento ha conosciuto una vita editoriale piuttosto travagliata.
Non stupisce quindi che Silver Surfer sia stato scelto nel 1988 per un’interessante operazione di cross-over fumettistico internazionale, che ha visto lavorare fianco a fianco Stan Lee ed il grande Moebius. Il risultato di questa collaborazione straordinaria è la graphic novel Parabola, una storia esemplare per chi, non conoscendolo, voglia avvicinarsi al mondo Silver Surfer, ma molto godibile anche per chi già lo ami, non foss’altro che per ammirare l’opera di due maestri appartenenti a scuole fumettistiche così diverse.
Parabola è un po’ una summa dei temi ricorrenti nella saga del surfista d’argento: Galactus, contravvenendo al patto stabilito col suo araldo di non attaccare mai la Terra, scende sul nostro pianeta proponendosi come una nuova divinità venuta a liberare un’umanità schiava di sé stessa e delle sue leggi.
Se desiderate la salvezza fate ciò che volete! Prendete ciò che volete! Il male non esiste! Non esiste il peccato, ma solo il piacere!
Al risuonare di queste parole la razza umana degenera nel caos più totale, incapace di gestire sé stessa, cade in un’anarchia che non è libertà assoluta, ma solo sopraffazione, egoismo, devastazione.
Interessante la figura di Colton Candell, fasullo predicatore televisivo che, colta la palla al balzo, si autoproclama profeta di Galactus, evidente riferimento ai reali pagliacci che invadono le tv di mezzo mondo.
Che cosa ha a che fare la divinità con lo sfoggio della forza o con la rinuncia della ragione? Solo il codardo e l’adulatore venerano potere e forza.
Gli uomini, accecati, rifiutano le parole di Silver Surfer e si ribellano a lui attaccandolo con le armi. E lui rifuggendo, pare immolarsi come un novello Cristo crocefisso (vedi la seconda vignetta di pag. 21): “E in verità, non sanno quello che fanno!”.
Ma quando la verità è davanti agli occhi di tutti e la minaccia di Galactus svanisce, è proprio Norrin Radd a fuggire da un’umanità che voleva semplicemente sostituirlo al divoratore di mondi quale nuova divinità.
La loro brama di avere un capo è pari a quella di un infante per il latte materno. Per questo cadono spesso in balìa di tiranni e despoti.
Amaramente Silver Surfer lascia il Pianeta ai suoi abitanti, incapaci di autogovernarsi, di convivere tra di loro, di far prevalere la ragione ed il buon senso.
Si potrebbe restare delusi leggendo Parabola se ci si aspettasse la madre di tutte le storie di Silver Surfer, oppure si potrebbe obiettare che non aggiunga nulla a quanto di già letto nelle storie classiche degli anni ’60.
Forse c’è del vero, eppure questa graphic novel ripresenta di quelle vecchie storie tutto il fascino, accresciuto dall’inedita interpretazione grafica di un Moebius che non tradisce il suo stile personalissimo per uniformarlo ai comics americani, semmai a momenti lo semplifica e lo stilizza per poi accrescerne la valenza drammatica nei primissimi piani, e la potenza spettacolare nelle scene di combattimento.
E’ un omaggio al personaggio prima ancora che un divertissement di due grandi autori, ed è, soprattutto, una lettura coinvolgente con momenti di vera poesia.
Abbiamo parlato di:
Silver Surfer: Parabola
Moebius, Stan Lee
Traduzione di Gino Scatasta
Panini Comics, 2014
80 pagine, cartonato, colori – 15,00 €
ISBN: 9788891207357