Inguaribile Berlusconi. Telefona a una convenscion di venditori di Forza Silvio, ai quali ha appena aggiornato il kit del campionario, per dire: “Tranquilli, mi candido alle elezioni europee in cinque circoscrizioni perché da solo porto a casa 3 milioni di voti”. Silvio sta alzando il tiro contro la magistratura che il 10 aprile dovrà stabilire se mandarlo ai servizi sociali o ai domiciliari nella residenza dorata (ma stretta) di Arcore. Incurante di tutto ciò, il Capataz spera nella sentenza del Tribunale europeo che, secondo lui, lo scagionerà fino a permettergli di riprendere una vita quasi normale. E, tanto per far capire a suocera cosa la nuora intende, ha dichiarato: “Sarebbe vergognoso se mi mandassero ai servizi sociali”. Infatti. Silvio ha ragione. Considerato che, estero a parte, si muove più e come meglio gli aggrada, i domiciliari sarebbero la soluzione migliore. Ma quando mai si è visto che un condannato definitivo in terzo grado se ne va a fare campagna elettorale in Sardegna con tanto di scorta pagata dallo Stato? È iniziato il disgelo pernicioso fra Massimo D'Alema e Matteo Renzi. I due fanno boccucce, si accarezzano, si complimentano a vicenda, mandano segnali di pace e di amicizia imperitura. Le elezioni europee sono alle porte e a Massimo di stare senza far niente non piace proprio. Dopo essere stato trombato (nel peggiore dei modi) da Berlusconi per la candidatura a “ministro degli esteri europeo”, D'Alema sta puntando decisamente su Matteo per portare la sua lunga e larga esperienza di statista nella UE. Lo dicemmo allora, lo ripetiamo oggi. Sono stati tanti e tali i danni che D'Alema ha fatto in Italia, che togliercelo dalle scatole per cinque anni, fino alla pensione, non può essere che cosa buona e giusta. Trovare 101 zozzoni in Europa è un po' più difficile che reperirli in Italia, dove il voto, di solito, vale tanto al chilo.
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Silvio: “Alle europee mi candido in 5 circoscrizioni”. D'Alema in corsa per un posto da Commissario UE
Creato il 15 marzo 2014 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Inguaribile Berlusconi. Telefona a una convenscion di venditori di Forza Silvio, ai quali ha appena aggiornato il kit del campionario, per dire: “Tranquilli, mi candido alle elezioni europee in cinque circoscrizioni perché da solo porto a casa 3 milioni di voti”. Silvio sta alzando il tiro contro la magistratura che il 10 aprile dovrà stabilire se mandarlo ai servizi sociali o ai domiciliari nella residenza dorata (ma stretta) di Arcore. Incurante di tutto ciò, il Capataz spera nella sentenza del Tribunale europeo che, secondo lui, lo scagionerà fino a permettergli di riprendere una vita quasi normale. E, tanto per far capire a suocera cosa la nuora intende, ha dichiarato: “Sarebbe vergognoso se mi mandassero ai servizi sociali”. Infatti. Silvio ha ragione. Considerato che, estero a parte, si muove più e come meglio gli aggrada, i domiciliari sarebbero la soluzione migliore. Ma quando mai si è visto che un condannato definitivo in terzo grado se ne va a fare campagna elettorale in Sardegna con tanto di scorta pagata dallo Stato? È iniziato il disgelo pernicioso fra Massimo D'Alema e Matteo Renzi. I due fanno boccucce, si accarezzano, si complimentano a vicenda, mandano segnali di pace e di amicizia imperitura. Le elezioni europee sono alle porte e a Massimo di stare senza far niente non piace proprio. Dopo essere stato trombato (nel peggiore dei modi) da Berlusconi per la candidatura a “ministro degli esteri europeo”, D'Alema sta puntando decisamente su Matteo per portare la sua lunga e larga esperienza di statista nella UE. Lo dicemmo allora, lo ripetiamo oggi. Sono stati tanti e tali i danni che D'Alema ha fatto in Italia, che togliercelo dalle scatole per cinque anni, fino alla pensione, non può essere che cosa buona e giusta. Trovare 101 zozzoni in Europa è un po' più difficile che reperirli in Italia, dove il voto, di solito, vale tanto al chilo.
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