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Silvio Berlusconi rinviato a giudizio: compravendita di senatori

Creato il 24 ottobre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
Berlusconi

Photo credit: European People’s Party – EPP / Foter / CC BY

Silvio Berlusconi torna una volta ancora alla ribalta con l’accusa di corruzione. Si parla del suo rinvio a giudizio per la compravendita di senatori. È quanto almeno si profila dopo che il Gup Primavera ha accolto la richiesta dei Pm Milita e Woodcock. L’accusa partirebbe dai 2 milioni offerti a De Gregorio nel 2006 per abbandonare l’Idv e determinare la caduta dell’allora presidente del Consiglio, Romano Prodi. Secondo i pm Milita e Woodcock, nel 2006 – insieme al faccendiere Valter Lavitola – il Cavaliere avrebbe convinto il senatore Sergio De Gregorio ad abbandonare le fila dell’Italia dei Valori per promuovere l’«operazione libertà» con la quale lo stesso Berlusconi avrebbe posto in minoranza il Centrosinistra. Di fronte alle ipotesi dei due pm, De Gregorio avrebbe ammesso di aver incassato due milioni di euro in nero con l’obbligo di cambiare schieramento politico. Inversione di marcia che è avvenuta alla fine del 2006. Stando alle ricostruzioni operate da Woodcock e Milita, il gup Amalia Primavera s’è vista costretta ad accogliere la richiesta di rinvio a giudizio di Berlusconi e Lavitola. Il capo d’imputazione per entrambi è di corruzione. Si parla già della prima udienza, che avverrà l’11 febbraio 2014 presso la Quarta sezione penale del Tribunale di Napoli. La reazione del Popolo della Libertà non s’é fatta attendere. Dal Pdl s’è già gridato all’«assedio» delle toghe intorno alla vita politica di Silvio Berlusconi. Un assedio perpetrato a colpi di sentenze, che lo stesso Renato Schifani sintetizza in poche chiare parole: «Milano chiama, Napoli risponde». Ma Schifani chiarisce da subito, per fugare ogni possibile dubbio sul vacillare del Pdl: «Gli siamo ancora più vicini in questo particolare momento. L’obiettivo non sarà raggiunto. Nessuno si illuda. Silvio Berlusconi resterà a lungo il leader del Centrodestra e della maggioranza degli Italiani». Del medesimo avviso è Mara Carfagna, che senza mezzi termini punta il dito contro i magistrati, dicendo: «Nulla di nuovo sul fronte napoletano. La strategia di certa magistratura è chiara. La riforma della giustizia è ineludibile». Mentre Deborah Bergamini afferma di come l’udienza dell’11 febbraio prossimo potrebbe non essere neppure utile, visto che il processo sarà chiuso molto prima. Così lei stessa sostiene: «Visti i tempi immancabilmente fulminei garantiti dalla giustizia italiana a tutti i procedimenti che riguardano il presidente Berlusconi, è probabile che per la fine di febbraio tutto sarà già concluso». Il Pdl compatto parla dell’impellente necessità di riformare la giustizia quanto prima, prendendo spunto dal riequilibrio dei poteri, passando poi alla separazione delle carriere e l’introduzione della responsibilità civile dei magistrati.


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