Tanto per non smentirsi, il presidente del consiglio persevera nel suo vezzo di “esportare” i fatti italiani all’estero, situazione che preferisce di gran lunga a un confronto in casa anche perché, dei problemi suoi agli altri capi di stato e di governo interessa praticamente una mazza. Silvio è bravissimo a parlare del nulla. È inarrivabile quando si trasforma in monsieur de Lapalisse o quando affronta argomenti di cui tutti gli altri sono all’oscuro. Giovedì scorso, ad esempio, i rappresentanti degli stati europei erano seduti a tavola intenti a parlare del problema del giorno: i rom. Stavano discutendo sulla voglia di Sarkò di imitare Eichmann, e per fare in modo che la cena non si trasformasse nella “notte dei Cristalli”, avevano messo a giro il presidente francese dandogli pressappoco del nazista. Di punto in bianco, senza che ce ne fosse stata alcuna avvisaglia, è intervenuto Berlusconi il quale, con lo sguardo allucinato e un bicchiere di grappa in mano ha detto: “Sono il più forte e resto il più forte”. E, mentre snocciolava una serie di dati e di percentuali sulla composizione dei gruppi parlamentari italiani a gente che non aveva nessun interesse ad approfondire l’argomento, gli sguardi degli ospiti si sono incrociati fino al momento in cui Silvio non si è ritrovato da solo a tavola. Rasmussen, l’ultimo ad alzarsi, lo ha sentito dire distintamente: “Granata è un figlio di puttana”, poi lo ha visto piangere disperato con Bonaiuti che gli asciugava le lacrime. A consolarlo un po’ ci ha pensato Franco Frattini che, con la radiolina in mano, stava ascoltando “Tutto il vacca-mercato minuto per minuto” commentato da Augusto Minzolini, autonominatosi anche direttore di Radio 1: “Capo tranquillo, ce la facciamo, siamo a 313”. Silvio lo ha guardato e ha toccato ferro ricordandosi improvvisamente che 313 è il numero di targa dell’automobile di Paperino, noto scalognato di Paperopoli. E non sapeva ancora, Silvio-Braccio di Ferro, che Granata di lì a poco avrebbe dichiarato: “Coerentemente con le nostre posizioni sulla legalità voteremo si alle intercettazioni telefoniche su Sorrentino insieme con le opposizioni”. Ci raccontano di un Silvio fuori dalla grazia di dio anche perché quelli di Fli hanno deciso di votare con l’opposizione anche una mozione sul pluralismo nella Rai. Apparentemente incurante (solo Nicole Minetti, costretta agli straordinari, sa quanto questa situazione di incertezza gli roda dentro), delle nubi che si stanno addensando sulla sua testa e sullo stato di salute del suo governo, da Palazzo Grazioli è trapelata la notizia che Silvio sta preparando per il 28 (o 29) settembre un discorso in “stile-Onna” con il quale si presenterà in Parlamento a chiedere la fiducia sui cinque punti del suo mini programma. Un discorso alto e forte, da “statista”, precisa Bondi alzando gli occhi al cielo in segno di ringraziamento per cotanto “signore e padrone”, che dovrebbe fargli raccattare quei 316 voti indispensabili per continuare a farsi i cazzi suoi. Ovviamente Silvio più che sullo spessore del suo intervento, fa pieno affidamento nel vacca-mercato dei suoi pasdaran i quali, dopo aver imbarcato fascisti, nazifascisti e mafiosi con tanto di attestazione docg rilasciata dai tribunali siciliani, stanno seriamente pensando di rivolgersi a Don Verzé per l’ultimo miracolo: moltiplicare Totò Cuffaro per otto. C’è comunque da dire che dopo lo one-man-show di Berlusconi a Taormina, i rapporti con i finiani si sono ulteriormente deteriorati, e che non tutti gli uomini di Fli hanno apprezzato l’aplomb con il quale Fini ha accolto il suo linciaggio pubblico e mediatico. Sempre lo stesso Granata, che non abbiamo ancora capito cosa ci stia a fare da quella parte, ha detto al suo leader: “Comprendo il distacco con il quale hai evitato di commentare la sceneggiata taorminese di Berlusconi, ma devo confessarti di non condividerlo fino in fondo”. Vogliamo ricordare ai nostri magnifici (ed eroici) lettori, che il 29 settembre è il 74° genetliaco di Silvio Berlusconi. Mi son svegliato e…da persone educate quali siamo, sarebbe il caso di fargli auguri per un immediato ritorno a casa, magari dopo una breve sosta a San Vittore dove lo attendono da anni.
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Silvio-Braccio di Ferro: “Sono e resto il più forte”.
Creato il 21 settembre 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Tanto per non smentirsi, il presidente del consiglio persevera nel suo vezzo di “esportare” i fatti italiani all’estero, situazione che preferisce di gran lunga a un confronto in casa anche perché, dei problemi suoi agli altri capi di stato e di governo interessa praticamente una mazza. Silvio è bravissimo a parlare del nulla. È inarrivabile quando si trasforma in monsieur de Lapalisse o quando affronta argomenti di cui tutti gli altri sono all’oscuro. Giovedì scorso, ad esempio, i rappresentanti degli stati europei erano seduti a tavola intenti a parlare del problema del giorno: i rom. Stavano discutendo sulla voglia di Sarkò di imitare Eichmann, e per fare in modo che la cena non si trasformasse nella “notte dei Cristalli”, avevano messo a giro il presidente francese dandogli pressappoco del nazista. Di punto in bianco, senza che ce ne fosse stata alcuna avvisaglia, è intervenuto Berlusconi il quale, con lo sguardo allucinato e un bicchiere di grappa in mano ha detto: “Sono il più forte e resto il più forte”. E, mentre snocciolava una serie di dati e di percentuali sulla composizione dei gruppi parlamentari italiani a gente che non aveva nessun interesse ad approfondire l’argomento, gli sguardi degli ospiti si sono incrociati fino al momento in cui Silvio non si è ritrovato da solo a tavola. Rasmussen, l’ultimo ad alzarsi, lo ha sentito dire distintamente: “Granata è un figlio di puttana”, poi lo ha visto piangere disperato con Bonaiuti che gli asciugava le lacrime. A consolarlo un po’ ci ha pensato Franco Frattini che, con la radiolina in mano, stava ascoltando “Tutto il vacca-mercato minuto per minuto” commentato da Augusto Minzolini, autonominatosi anche direttore di Radio 1: “Capo tranquillo, ce la facciamo, siamo a 313”. Silvio lo ha guardato e ha toccato ferro ricordandosi improvvisamente che 313 è il numero di targa dell’automobile di Paperino, noto scalognato di Paperopoli. E non sapeva ancora, Silvio-Braccio di Ferro, che Granata di lì a poco avrebbe dichiarato: “Coerentemente con le nostre posizioni sulla legalità voteremo si alle intercettazioni telefoniche su Sorrentino insieme con le opposizioni”. Ci raccontano di un Silvio fuori dalla grazia di dio anche perché quelli di Fli hanno deciso di votare con l’opposizione anche una mozione sul pluralismo nella Rai. Apparentemente incurante (solo Nicole Minetti, costretta agli straordinari, sa quanto questa situazione di incertezza gli roda dentro), delle nubi che si stanno addensando sulla sua testa e sullo stato di salute del suo governo, da Palazzo Grazioli è trapelata la notizia che Silvio sta preparando per il 28 (o 29) settembre un discorso in “stile-Onna” con il quale si presenterà in Parlamento a chiedere la fiducia sui cinque punti del suo mini programma. Un discorso alto e forte, da “statista”, precisa Bondi alzando gli occhi al cielo in segno di ringraziamento per cotanto “signore e padrone”, che dovrebbe fargli raccattare quei 316 voti indispensabili per continuare a farsi i cazzi suoi. Ovviamente Silvio più che sullo spessore del suo intervento, fa pieno affidamento nel vacca-mercato dei suoi pasdaran i quali, dopo aver imbarcato fascisti, nazifascisti e mafiosi con tanto di attestazione docg rilasciata dai tribunali siciliani, stanno seriamente pensando di rivolgersi a Don Verzé per l’ultimo miracolo: moltiplicare Totò Cuffaro per otto. C’è comunque da dire che dopo lo one-man-show di Berlusconi a Taormina, i rapporti con i finiani si sono ulteriormente deteriorati, e che non tutti gli uomini di Fli hanno apprezzato l’aplomb con il quale Fini ha accolto il suo linciaggio pubblico e mediatico. Sempre lo stesso Granata, che non abbiamo ancora capito cosa ci stia a fare da quella parte, ha detto al suo leader: “Comprendo il distacco con il quale hai evitato di commentare la sceneggiata taorminese di Berlusconi, ma devo confessarti di non condividerlo fino in fondo”. Vogliamo ricordare ai nostri magnifici (ed eroici) lettori, che il 29 settembre è il 74° genetliaco di Silvio Berlusconi. Mi son svegliato e…da persone educate quali siamo, sarebbe il caso di fargli auguri per un immediato ritorno a casa, magari dopo una breve sosta a San Vittore dove lo attendono da anni.
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