"Là c'è il Quirinale, ricordalo"
Andrà a finire proprio così. Silvio Berlusconi sarà il prossimo Presidente della Repubblica e Mario Monti il premier di un consiglio dei ministri bi-partisan, un governo politico di salvezza nazionale. Lo abbiamo scritto in epoca non sospetta e quando tutti davano per cotto il Berlusconi travolto dagli scandali. Lo abbiamo scritto all’indomani della sentenza Mills perché sapevamo che l’unico stop alla rincorsa verso il Quirinale del Silvio grande statista, sarebbe stata una condanna per corruzione. Lo abbiamo scritto commentando la scellerata idea di Uolter Veltroni di una grosse koalition di stampo tedesco. Insomma, lo scriviamo da tre anni. Prima era una nostra idea all’apparenza un po’ bislacca, oggi ci sono le prove. L’ultima, in ordine di tempo, l’uscita di Angelino Alfano due giorni prima della sentenza Mills quando, quasi ‘prevedendo’ l’esito di per sé evidentemente scontato del processo, ha detto: “Il candidato ideale per il Quirinale è proprio Berlusconi, ma ora mi sembrerebbe prematuro avanzare pubblicamente l’ipotesi”. Le grandi manovre per arrivare a un assetto politico tutto nuovo della governance italiana, sono iniziate con la nomina di Mario Monti, non a caso sostenuto da subito da Pierfy Casini e trasversalmente da tutti i cattolici dei due partiti più grandi, il Pd e il Pdl. Passano attraverso la spaccatura del Pd (l’articolo 18 è un boccone avvelenato che lascerà sul campo morti e feriti), la riforma della Porcellum a uso e consumo del ritorno feroce al proporzionale (nonostante tutti, a chiacchiere, continuino a sostenere il bipolarismo), l’isolamento di Sel, della Sinistra e dell’Idv, il recupero del rapporto con la Lega targata Maroni perché Bossi è prossimo al suo funerale politico. Uno scenario che definire apocalittico è poco ma che purtroppo è quello che si sta profilando dopo una agghiacciante sentenza destinata a cambiare la storia del Paese. Quasi tutte le forze politiche che compongono l’attuale assetto parlamentare sono destinate a dissolversi, a confondersi, a mutare pelle, a contaminarsi e tutti ormai sappiamo quanto poco impieghino i nostri politici a cambiare idea e casacca. Quello che sta profilando è un ingorgo al “centro” di proporzioni bibliche, che è proprio ciò che si augurano da tempo Casini e Alfano, Fini e Rutelli e i riformisti del Pd ai quali la foto di Vasto non è mai andata giù. A chi non lo avesse ancora capito, ribadiamo che Silvio è tornato ad essere un verginello candidabile a tutto e buono per tutte le stagioni, al quale non interessa minimamente come andrà a finire il processo Ruby perché tanto i giudici stabiliranno, stavolta con una sentenza destinata a fare giurisprudenza, che la ragazza è effettivamente la nipote di Mubarak e che le cene di Silvio erano una raccolta fondi per il Milan in crisi economica. Se non fosse per l’ego spropositato di Silvio, che pur di restare a Palazzo Chigi avrebbe fatto naufragare l’Italia intera, ci verrebbe quasi il sospetto che il governo Monti sia nato con lo scopo di ripulirne l’immagine e rispolverare la credibilità di un uomo destinato altrimenti a essere subissato più dalle risate che dai fischi. Pur di assicurarsi i voti del Pdl, Monti farebbe di tutto, anche tirare la volata verso il Quirinale del più grande statista italiano degli ultimi 150 anni. Ma questa è solo una nostra maniacale perversione. Forse.Magazine Politica
Silvio: “E ora il Quirinale”. Parte la rincorsa alla presidenza della Repubblica.
Creato il 28 febbraio 2012 da Massimoconsorti @massimoconsortiPossono interessarti anche questi articoli :
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