Silvio festeggia la salvezza di Milanese e i giovani padani bocciano Bossiesenta più

Creato il 23 settembre 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Peter Brookes - The Times

Ieri ne sono successe di tutti i colori e la giornata di oggi si preannuncia al calor bianco. Oltretutto, al Nord, incombe il pericolo della caduta di un satellite che, stando ai dati della Nasa, produrrà frammenti che avranno lo 0,3 per cento di probabilità di colpire una persona. Che la giusta punizione per le malefatte terrene possa arrivare dallo spazio è, quindi, una reale possibilità, considerato che Arcore è una delle zone ad alto rischio. Insomma, ci siamo ridotti a sperare che almeno il frammento di un satellite possa centrare in pieno Berlusconi, perché se aspettiamo che se ne vada, campa cavallo. Dobbiamo ammettere che una fra le mille dichiarazioni farlocche rilasciate dal premier ieri, ci ha fatto per un momento riacquistare un minimo di autostima. Ricordate la storia delle otto ragazze su undici che si era trombato la notte di capodanno del 2009? Non era vero niente. Sentito in proposito, il Cavaliere ha ammesso di aver raccontato una della sue tante iperboliche menzogne: “Lo sapete come sono – ha detto Silvio – mi piace scherzare. Nessuno potrebbe farlo”. Ma quella di ieri è stata senza dubbio una giornata a suo favore. L’inchiesta dei giudici napoletani, secondo il Gip Amelia Primavera, deve essere trasferita a Roma per competenza. I pm partenopei le stanno tentando tutte per farla restare a Napoli ma ormai è quasi certo che i casi umani di Gianpi Tarantini e signora verranno dirottati verso il “porto delle nebbie” della Procura della Capitale, dove si sa quando e come si entra ma non si riesce mai capire quando e se, se ne uscirà. Ghedini, nel frattempo, ha messo le mani avanti e spedito al procuratore capo di Roma, Giovanni Ferrara, la memoria difensiva del suo cliente, quella famosa del “ho aiutato solo una famiglia in gravi difficoltà economiche con 850mila euro e un assegno mensile di 20mila”. Il successo più grande però, Silvio lo ha messo a segno nell’aula di Montecitorio dove, per sette voti, i deputati hanno salvato il collega Marco Milanese dall’onta delle manette. Appresa la notizia dalla suite del condominio di Poggioreale, Alfonso Papa ha detto: “Ma possibile che io sia l’unico fesso?”. A risultato pro-Milanese raggiunto, Silvio è stato circondato dai suoi che lo hanno festeggiato come se avesse fatto un terno secco al Lotto o ciulato finalmente Manuela Arcuri. Quanto accaduto ci fa venire il dubbio che viviamo in un paese nel quale l’impunità e la furbizia vengono festeggiate come fossero virtù, e non violazioni delle leggi che dovrebbero tutelare la convivenza fra esseri umani civili. Insomma, siamo alla barbarie. Ottenuta quella che secondo lui suona come l’ennesima attestazione di fiducia del Parlamento nei confronti di se stesso medesimo, Silvio ha iniziato la personale battaglia di sfiducia nei confronti di SuperPippo Tremonti che, in molti lo avranno notato, ieri non era presente in aula nonostante si stesse esaminando il caso del suo più caro amico, nonché affittuario in nero a 4mila euro mensili. La scusa ufficiale addotta dal superministro di Via XX Settembre è che aveva prenotato un posto sul volo United diretto a Washington per la riunione del Fondo Monetario e del G20. Quando Silvio, al telefono, gli ha detto che poteva mettere a disposizione un volo di Stato se fosse passato a votare, sembra che Tremonti lo abbia mandato affanculo. Ma essendo questa la versione di Silvio, non vorremmo che si ripetesse la storia delle otto trombate di capodanno. Berlusconi però, si è spinto oltre e, agli adoranti Galan, Brunetta, Romani e Carfagna ha detto: “Giulio mi sta sputtanando. Va dicendo in giro che ho affossato la sua manovra, che lui ha impiegato tre anni per acquistare credibilità nel mondo e che io in tre giorni gliel’ho distrutta. Se non ci fosse questo casino gli avrei già chiesto di farsi parte, di dimettersi”. La resa dei conti con Tremonti è iniziata e l’impressione è che, tornato da Washington, The Big Giulio sarà costretto a fare le valige. I quattro voti in meno (312 contro i soliti 316) presi dalla maggioranza ieri a Montecitorio, sono comunque un piccolo segnale che qualcosa si sta muovendo, che il fronte unito si sta lentamente sgretolando e che dalle parti della Lega tira un’aria che sa tanto di rivolta. A iniziarla sono i giovani padani che sul loro forum non mandano certo a dire ai loro capi quello che pensano dello stato attuale del partito. Gli obiettivi sono Bossi, Maroni e quello che chiamano il “pornoclown” Berlusconi. Le parole e gli aggettivi che i giovani in verde adoperano, sembrano tolte paro paro dal frasario di quelli del Popolo Viola, a cui occorre aggiungere un forte senso di delusione che li spinge a scrivere: “Il voto è un altro segnale che Umberto non ci rappresenta più. Ha a cuore solo i suoi interessi (soldi e favori) e come se fossimo dei pirla piazza lì pure un figlio ignorante. Pensa che siamo tutti come suo figlio? Pensa che noi lombardi siamo coglioni da seguirlo fino alla sua morte? Noi seguiamo un ideale, non un uomo... In questo momento lui non ci rappresenta, anzi, rappresenta la parte marcia della Lombardia, fatta di favori a imprenditori amici a discapito di imprenditori che si tirano su le maniche dalle 5 del mattino”. La Lega tanto attenta agli umori della base cosa dovrebbe fare ora? La risposta arriva sempre dal forum: “Reguzzoni parla di popolo sovrano, quando lui e i suoi compagni di merende sono schiavi del volere del Berlusca, si vergogni e se ha un po' di dignità se ne vada affanculo”. Esatto, proprio così. Come frequentatori usuali di un centro sociale qualsiasi, i giovani padani dicono ai loro capi esattamente quello che pensano i loro coetanei meno allineati: “Se ne vadano affanculo”.


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