Silvio nel panico. Chi di Tangentopoli ferisce...e cade nel bagno su qualcosa di viscido
Creato il 16 luglio 2011 da Massimoconsorti
@massimoconsorti
Una signora di 87 anni che prende 690 euro al mese di pensione (che culo!), si è piazzata davanti a Montecitorio e a ogni deputato che usciva dalla discarica della Repubblica, gridava: “Vergognati”. La signora, che alla sua età dovrebbe vivere una vita dignitosa e priva di ansie a tutela della coronarie, aveva invece appena saputo che nella notte i deputati della maggioranza, in commissione Bilancio, avevano dato una sforbiciata alla sforbiciata prevista da Tremonti per i loro stipendi. Insomma, mentre l’Irpef aumenterà per i redditi più bassi, loro si equiparano lo stipendio non alla media dei parlamentari europei (5.339 euro invece dei 12.000 attuali come previsto all’origine, con un risparmio per lo Stato di 62 milioni di euro netti all’anno) ma a quella dei sei paesi più ricchi. Inoltre, usando uno dei quegli assurdi bizantinismi per i quali le mezzeseghe del Pdl sono famose nel mondo, adegueranno per il prossimo futuro le loro indennità ai Pil dei paesi ricchi, in poche parole se le aumenteranno. I signori che fanno politica per puro spirito di servizio, hanno cassato la norma che toglieva i vitalizi ai parlamentari e, perla delle perle, tolto perfino quel misero 10 per cento in meno che Tremonti aveva previsto per i rimborsi elettorali. Così, mentre in Germania ai partiti vengono riconosciuti 38 centesimi a voto, in Italia continueranno a percepire l'iperbolica cifra di 3,5 euro a votante comprese le schede bianche e nulle equamente distribuite. A conferma della nostra tesi che i politici non sono tutti uguali (ma si danno un gran da fare per esserlo), c’è da dire che i componenti della commissione Bilancio dell’opposizione hanno votato contro i morti di fame della maggioranza dimostrando, almeno per una volta, un senso di responsabilità che non può non fargli onore. Tutto questo avveniva mentre la Lega con la sua astensione (ma sarebbe stata la stessa cosa), dava il via libera all’arresto di Alfonso Papa. Bossi che è un furbo di quattro cotte, un volpino padano che evidentemente ha imparato dalla Dc come si fa politica in Italia, aveva inizialmente espresso parere contrario all’arresto di Papa ma poi, nella commissione per le Autorizzazioni, quando ha visto che gli uomini del Pdl avevano abbandonato la seduta e che i voti dell’opposizione sarebbero stati sufficienti per far prendere il sole a scacchi ad Alfonsino “Settebellezze”, ha dato il via libera all’astensione recuperando un po’ di credito con la sua base inferocita. Apriti cielo. Il caro Silvio, che ancora sotto choc per la tranvata dei 560 milioni da sborsare a De Benedetti se n’era rimasto a casetta sua e che scivolando su qualcosa di viscido (sic!) era rimasto vittima di un curioso incidente domestico nel cesso, è tornato in campo per dire al socio: “Umbertino ripensaci, qui sta scoppiando un’altra Tangentopoli che ci travolgerà tutti. In aula vota contro”. Ma sembra che l’appello accorato del premier non sia servito a nulla perché Bossi, masticando a fatica il Toscano, ha detto: “...n...galer...eve... ndare”. Con l’Italia allo sfascio Silvio pensa solo ed esclusivamente ancora a se stesso. Teme un’altra Tangentopoli, teme che i procedimenti a suo carico aumentino (abuso d’ufficio per le telefonate contro Santoro intercettate a Trani), teme che i ricorsi storici stavolta travolgano lui che era stato (insieme all’Umberto), il maggior beneficiario della prima edizione della milanesissima tempesta giudiziaria perfetta. Teme per il suo impero, per le sue ville, i suoi castelli, le sue mignotte, le farfalline di bigiotteria e le Cooper rosse con il tettino bianco, teme insomma, che tutto quello che è riuscito a mettere da parte in venti anni di indefessa e disinteressata fedeltà allo Stato possa volatilizzarsi in un amen. Continuando di questo passo non servirà a nulla neppure la bontà assoluta con la quale il cardinale Bertone gli ha perdonato ogni malefatta, è bastato che in Parlamento passasse la legge sul testamento biologico firmata dal segretario di stato vaticano, per permettere a Silvio di ritornare fra le braccia accoglienti a calde di santa madre chiesa romana e apostolica. Quando un giorno la Storia giudicherà questo periodo, potrebbe accadereche i silenzi della Chiesa di Ratzinger verso il berlusconismo possano essere messi a raffronto con quelli di Pio XII nei confronti del fascismo e del nazismo. Bella responsabilità, cardinale Carrozziere delfino di “eminenz” Ruini, davvero una bella responsabilità. C’è qualcuno, però, che si è stufato di fare da testimone oculare e che preso atto di quanto sta accadendo in Italia in questo momento preferisce non guardare. Cliccate sull’illustrazione di Giuseppe Piscopo, osservatela attentamente e soprattutto fatela girare. Neppure Lui ce la fa più.
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