Una marea montante, prevalentemente analogica, un corpo che si dibatte in preda a convulsioni: questo è Annulled By Inertia di Simon Balestrazzi, pubblicato in formato mini cd-r da Diazepam. Forse Balestrazzi ha tenuto conto dell’etichetta, forse quest’ultima ha fatto una richiesta precisa, ma è palese che questi siano i venti minutipiù aggressivi che ho sentito da lui negli ultimi anni, durante i quali è stato molto attivo. “Old school industrial noise”, scrive a ragione Diazepam (non è il caso, con un pioniere, di spingersi nell’individuazione di sottogeneri precisi), ma con qualcosa di ancora più storto e non ortodosso che è forse il tocco personale di uno che comunque non fa “old school”, ma è “l’old school”, vitale come e più della “new”.
L’inserto di Annulled By Inertia contiene un brevissimo stralcio di Baudrillard, tratto da “Lo specchio della produzione” (curioso che quest’anno sia uscito anche The System Of Objects del duo Altieri / Favaron, e Altieri lavora molto con Balestrazzi), che a sua volta contiene le parole scelte per il titolo, ma non so dare grosse motivazioni a riguardo: non ho letto il libro, non conosco così bene il filosofo. Ancora una volta, comunque, Balestrazzi fornisce – in modo non professorale, intendiamoci – ulteriori letture e stimoli interpretativi. Vedremo se chi si ascolta il pezzo rimarrà inerte o si farà carico della fatica dell’approfondimento.
P.S.: nulla contro l’attività favolosa di tutte le etichette diy che documentano e mettono in circolo ogni singolo sussulto dell’underground locale (e non), ma nel caso di Balestrazzi ogni tanto qualcuno di più grosso dovrebbe prendere la situazione in pugno e pubblicare qualcosa di raggiungibile da più di una ventina di persone. Insomma: mi chiedo perché su Boomkat o su Bleep ci devo trovare l’ultimo scemo experimental e non lui. Non siamo d’accordo?
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