Magazine Diario personale
post scritti qualche giorno fa da Francesco e Pier mi fanno riflettere. pensavo in particolare che sto modificando un certo mio atteggiamento di compiacenza che mi ha accompagnato per quasi tutta la vita. ho perso il conto dei rospi che ho inghiottito e dei pensieri che non ho espresso perchè farlo temevo avrebbe offeso o intristito i miei interlocutori, e noto che sono diventata leggermente più spietata. in particolare sono del tutto d'accordo con Pier quando dice che certe persone si lamentano pur essendo le cause dei propri mali, e trovo molto fastidioso questo modo di porsi, tanto più che ammetto di avere peccato dello stesso male. sarà perchè ho smesso che non lo sopporto più negli altri? sta di fatto, per esempio, che ho questo amico che mi vomita regolarmente addosso i suoi problemi, e sono giunta alla conclusione che potrebbe ridurre il tutto del 90% se solo aprisse gli occhi e li vedesse per quelli che sono. alla sua ultima email gli ho detto chiaro e tondo che cosa pensavo dell'ennesima (inutile) preoccupazione e francamente poco m'importa se si offende. a dirgli ciccino purino che povero tapino che sei semplicemente non ce la faccio più. la verità è che dovremmo imparare a mandare a cagare le persone che ci fanno stare male, anzichè subirle. prendete mio zio: evidentemente ha contratto la stessa malattia di mia madre. mai una volta che, quando lo chiamo per sapere come sta, mi chieda come sto io. non vorrei sembrare permalosa ma, porca puzzola, te ne frega qualcosa di me o ti frega solo si mantenere questa sorta di rapporto di sudditanza secondo il quale tu-sei-lo-zio e io-sono-la-nipote e quindi ti aspetti deferenza e salamelecchi, ma non ti passa minimamente per la testa che ogni tanto potrei stare male anch'io? conclusione: caro zio, sei un egoista. il mio numero di telefono lo conosci, ti ho detto molte volte di chiamarmi se hai bisogno (anche se continui a lamentarti con i conoscenti comuni che non sai a chi rivolgerti in caso di emergenza), perciò io ho chiuso. non me ne frega di salvare le apparenze, del resto in passato mi è già successo di venire sputtanata e guarda un po': persone che a quelle infamie avevano creduto, conoscendomi meglio si sono ricredute e mi hanno perfino chiesto scusa per aver pensato male di me. tanto alla fine chi è abbastanza intelligente da fare lo sforzo di capire, capisce; tutti gli altri li si può allegramente perdere lungo la strada.