27 luglio 2012 Lascia un commento
D’altro canto dovessi scegliere cinque canzoni rappresentative di quell’epoca e di quella musica, "New Gold Dream" sarebbe in scaletta con la dolorosa esclusione di altri loro pezzi altrettanto celebri ed importanti.
Non si sente l’odore dolciastro da frutto appassito che certe operazioni si portano dietro per quanto vi sia indubbia nostalgia in Jim Kerr e soci oggi seppur in attivita’ e con gli ultimi lavori ai quali non manca ispirazione.
I Simple Minds superano la New Wave perche’ prima di "New Gold Dream" e "Sparkle in the rain", ci sono altri album, il primo "Life in a day" e’ datato 1979, che brillano di un carattere indipendente eppure non iconoclasta, postpunk, pop elettronico, accenni darkeggianti, a tratti industrial, nell’evoluzione di suoni che senza strizzare l’occhio al mercato, risentivano pesantemente dello Zeitgeist dell’epoca. A questo periodo appartengono i lavori forse non i piu’ entusiasmanti ma certo molto interessanti anzi sempre piu’ importanti man mano che il tempo crea distanza allargando la visuale.
Ecco quindi che l’idea di riproporre cinque brani per ognuno dei primi cinque album, non e’ un semplice cavalcare l’onda dei ricordi ma riportare sotto i riflettori stile e storia di una band e del suo tempo.
E’ una scelta volendo azzardata perche’ i primi quattro LP sono ai piu’ sconosciuti ma nondimeno apprezzabile per poterli riascoltare e valorizzare come meritano. In realta’ Kerr e soci si sono ripetutamente avventurati fin dentro a "Once upon a time", per piacere dei fan e della loro storia che li vede grandi protagonisti sino a questo album, vero giro di boa della loro carriera, certo e’ che il fascino maggiore deriva proprio dai brani piu’ datati e meno ascoltati.
Line-up per quanto possibile storica con Kerr voce e Burchill chitarra sempre presenti, Gaynor alla batteria quasi un membro originale, con in aggiunta l’ottimo Ged Grimes al basso che non fa rimpiangere troppo il co-fondatore Forbes e Andy Gillespie tastiere, all’altezza del compito.
Kerr e’ come sempre istrionico, forse un tantinello piacione ma ci sta. L’impianto sonoro regge e si distingue malgrado l’attraversamento di stili che nei primi sei anni della loro carriera spaziano su un fronte piuttosto ampio. L’impressione comunque e’ che dietro allo show ci sia una grande preparazione tecnica e molte prove che lasciano poco al caso oltre alla voce di Kerr sempre all’altezza nel suo modo di reinterpretare i brani col mestiere e con estro.
A margine della musica vorrei evidenziare un bell’impianto luci, ben gestito e d’effetto. In generale si legge in gran professionismo dietro un tour che evidentemente ha interesse a lasciare un buon ricordo oltre al raggranellare qualche soldo in attesa dell’album nuovo previsto per il 2013.
Nostalgia quindi? No, non solo. Un’occasione di rivedere ma ancora meglio la possibilita’ di ascoltare un grande gruppo e un periodo musicale che potremmo iniziare a chiamare anch’esso grande.
Video su YouTube – Playlist Simple Minds Live Modena 26-07-2012
Simple Minds Official Site
Simple Minds Tour 2012 (Wikipedia EN)