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Sindacalisti col pannolino e sindacalisti missionari

Creato il 09 maggio 2012 da Cortese_m @cortese_m
Il nostro Paese per molti versi ha imboccato una strada senza uscita dalla quale è però possibile venirne fuori soltanto avendo coraggio, il coraggio di fare anche retromarcia.
Il mondo del lavoro, la produttività e le produzioni per un Paese manifatturiero come l’Italia sono oggi l’anello debole, grosso calo di lavoro, crisi ma anche delocalizzazioni, e un’emorragia quotidiana di posti di lavoro sta lì a dimostrarlo.
Avere coraggio può voler dire tante cose, guardare avanti e decidere di rifondare il nostro sistema-Paese, e/o sistema-imprese, può voler dire ammettere che talune scelte sono state sbagliate e tornare sui nostri passi, può voler dire avere il coraggio di abbandonare la partita, ma in questo caso forse sarebbe più corretto parlare di non-coraggio, di viltà.
Gli attori del confronto per addivenire a soluzioni sempre più necessarie per uscire dal pericolosissimo empasse in cui galleggiamo sono, com’è nelle cose, le Parti sociali, la politica, le associazioni di categoria, le lobbies, e tra tutti questi soggetti probabilmente la parte più debole è quella che tutela o dovrebbe tutelare i Lavoratori.
Chi ha i capitali, chi decide dove e come le imprese devono produrre ha un certo vantaggio, quello che gli addetti ai lavori chiamano potere contrattuale, la globalizzazione che ha partorito le varie delocalizzazioni può essere stato e sarà ancora, un enorme strumento di pressione.
Ed è proprio alla luce di queste considerazioni che ci si aspetta che la parte che tutela i più deboli, sia oltre ogni “confusione”, fedele al proprio ruolo, sia – passatemi il parolone – integerrima, trasparente, non lasci il campo a malintesi, conosca il proprio ruolo e il posto dove stare, ma conosca anche il manuale di comportamento rispetto ai poteri forti.
Rimango invece sempre molto colpito nel vedere quanto alcuni sindacalisti a volte perdano un po’ di vista il loro ruolo, perdano un po’ la rotta rispetto all’istituzione e ai soggetti che dovrebbero rappresentare.
Quando vedo sindacalisti in mielose conversazioni con politici o politicanti, quando vedo alcuni sindacalisti fare la fila per farsi scattare una foto con annessa mano sulla spalla di qualche politico o politicante, sento del disagio, ancor di più quando quella foto pochi minuti dopo viene veicolata attraverso i moderni strumenti tecnologici al proprio seguito o “codazzo” di seguaci, veicolata come chissà quale conquista.
Sento un gran disagio quando vedo come quel soggetto, che i Lavoratori hanno delegato a rappresentarli, che pagano ogni mese rinunciando all’1% dei loro piccoli stipendi, a volte dimentichi alcune regolette basilari nel confronto con la politica o con le parti datoriali.
Sento un gran disagio certo, però sento anche una carica emotiva che mi fa’ capire ancor di più quanto sia importante quel ruolo, e quanto i Lavoratori, oggi più di ieri, sentano un gran bisogno di tutele, di supporto, di aiuto, quali e quante aspettative abbiano, e credo che per capirlo a fondo bisogna essere stati del Lavoratori, grosso limite per quei sindacalisti che non hanno mai lavorato prima di fare Sindacato.
I tempi sono cambiati, anche il modo di tutelare i lavoratori cambia, gli strumenti cambiano, ma ritengo che oggi più di ieri ci sia un gran bisogno di “missionari” nel sindacato, soggetti che assumano quasi dei voti orientati al bene comune e collettivo, nessuno gli ha mai chiesto di farlo per la sola gloria e infatti vengono regolarmente retribuiti, ma bisogna che ognuno di loro lo senta come un impegno morale.
Per tale ragione quando vedo che un sindacalista se la fa’ letteralmente addosso nel confronto con i soggetti che rammentavo prima, per paura o emozione, per entrare nelle sue grazie, per ricevere forse vantaggi personali, o semplicemente per poter sventolare una foto insieme ad un Ministro, mi vengono in mente i tantissimi che hanno costruito la loro carriera sindacale orientata all’entrata in politica…
Credo sempre più fermamente che di sindacalisti col pannolino il nostro Paese, noi Lavoratori, non abbiamo proprio alcun bisogno, mentre un gran bisogno di sindacalisti-missionari, di questo sì!
nanniSindacalisti col pannolino e sindacalisti missionari

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