Stupefacente allineamento dei sindacati, che dovrebbero rappresentare i lavoratori e tutelari, con gli interessi economici dell’industriale Arvedi, interessi chiaramente legittimi, il sistema economico è questo, è il capitalismo, e i sindacati dovrebbero temperarlo un po’. Arvedi con il suo giornale e il suo sindaco ormai rappresenta anche i lavoratori, ha preso il posto dei sindacati che abbandonano il proprio ruolo a chi è più potente. Leggendo la lettera di Cgil, Cisl e Uil ci si può domandare: se – per assurda ipotesi, ci mancherebbe altro – accadesse mai un problema in acciaieria, come si comporterebbero i sindacati in questione, visto che sono così preoccupati dalle conseguenze che ne subirebbe l’immagine dell’azienda? Si batterebbero per gli operai o per l’indotto e l’immagine internazionale del grande imprenditore? La lettera seguente fa venire molti dubbi, anche troppi.
Non si vede poi alcun atteggiamento propositivo, riformista. Si può solo difendere l’esistente? Non va neppure detto che il mercato dell’acciaio è effettivamente in difficoltà, ma non a causa delle lamentele dei cittadini di Cavatigozzi, ma per problemi assai più gravi (dal punto di vista economico: a me interessano di più i cittadini di Cavatigozzi, guarda un po’), legati all’andamento del solito mercato globale che preoccupa tanto Federacciai. Ci terremo l’acciaio cinese, se potremo mai comprarci una casa. Il punto di vista del consumatore, che i sindacati lo ammettano o no, è diverso dal loro. Il consumatore non guarda troppo al marchio.
Stupisce poi che i sindacati non prendano le distanze dalla criminalizzazione dei cittadini, che non hanno fatto del male a nesssuno. Non dormono di notte, ecco che cosa lamentano. I sindacati non considerano neanche questo dato di fatto.
Il testo integrale della lettera dei sindacati dei metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil
Il sindacato unitariamente dichiara di “rimane sconcertati nell’apprendere le forti divergenze che emergono fra quanto riportato dai mass media ed i documenti ufficiali presentatici”.
«In data 29 maggio 2012 le scriventi Organizzazioni Sindacali le Rsu dell’Acciaieria Arvedi spa sono state convocate dalla Direzione aziendale al fine di approfondire quanto emerso negli ultimi giorni rispetto al caso «diossina». Si rimane sconcertati nell’apprendere le forti divergenze che emergono fra quanto riportato dai mass media ed i documenti ufficiali presentatici, che sono stati oggetto anche di conferenza stampa nello stesso giorno. Per questo motivo ci sovviene una banale domanda: fermo restando il diritto di cronaca, ci chiediamo se è stata effettivamente accertata la fondatezza della notizia.
Seguendo da anni l’azienda ed avendo documentazione ufficiale redatta dagli organi preposti, si è sempre preso atto che né i lavoratori, né i cittadini, in termini più generali, possano avere contratto problemi di salute a causa dell’acciaieria Arvedi.
Già in passato, e sempre con la presenza degli organi preposti, l’acciaieria ha fugato ogni dubbio rispetto a presunte inottemperanze di legge .A detta della società, inoltre, invano negli anni è stato chiesto un risarcimento del danno.
Oggi più che mai, stante la situazione economica industriale nel suo insieme, nuovi attacchi non supportati da documenti che ne attestano la veridicità potrebbero provocare una perdita d’immagine che mina la stabilità occupazionale ed implica un possibile rallentamento di competitività e di tenuta del mercato. Lasciamo a Voi immaginare con quali ripercussioni… Si sta creando un forte allarme sociale fra i dipendenti ed i cittadini del territorio, infondato, secondo quanto attestato dai documenti ufficiali dell’Arpa.
Per questo chiediamo una convocazione urgente di tutti i soggetti sopraccitati per dirimere inequivocabilmente in termini ufficiali notizie fortemente pericolose e destabilizzanti, che potrebbero provocare un problema occupazionale per più di tremila persone nel nostro territorio».
Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil
Cattaneo, Bosio, Denti
p.z.
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