In queste ore sta accadendo qualcosa di interessante e divertente su Twitter. Ieri mattina ‒ martedì 27 agosto ‒ ci scriviamo in privato con Rizzoli Libri (@RizzoliLibri) e decidiamo di lanciare un nuovo hashtag: #sindromidalettori. L’intento è di coinvolgere i nostri follower, ecco uno dei nostri tweet: “Ci raccontate quelle cose che dovete per forza fare o non fare quando leggete un libro? #sindromidalettori”.
Da quel momento in poi si è scatenato il popolo di Twitter e dobbiamo ammettere che qualche persona ci ha fatto strappare un sorriso; le sindromi da lettori potrebbero essere numerose, ne abbiamo anche parlato lunedì scorso nel nostro blog. C’è chi, come @corinnadecesare, scrive: “Incazzarsi se a pagina 100 la storia non ha ingranato almeno la terza”. Chi, come @IlPaoloGiordano, rivela: “Rileggere ora i capolavori scoperti da ragazzino. E poi capire l'effetto che fa”. E @panoramalibri dichiara: “Piacevolmente sorpresi di vedere un hashtag come #sindromidalettori nei trending topics italiani”.
Sì, perché stupisce come Twitter abbia reagito a un tema che potrebbe sembrare lontano dal luccichio di argomenti ben più prezzemolini nei trend dei social network, narrando piccole ossessioni da lettori accaniti. #sindromidalettori è, nel momento in cui stiamo scrivendo (08.57 del 28 agosto), ancora fra le prime tendenze in Italia, precisamente al terzo posto. Sono 24 ore che un hashtag continua a creare tendenza nel nostro paese, un hashtag legato ai libri, alla cultura, e vi confessiamo che ci fa molto piacere. Negli ultimi giorni abbiamo lanciato altri hashtag che hanno coinvolto molte persone: #librifatali, #primalettura o #libridifiducia, ma nessuno si era imposto come #sindromidalettori.
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Un’altra curiosità è che si sono lasciati coinvolgere anche tante case editrici, molti scrittori e addetti ai lavori dell’editoria. Non pensiamo che questo sia indice di qualche fenomeno particolare, tuttavia riteniamo interessante far notare che il mondo dell’editoria può rispondere agli stimoli di Twitter con una velocità impressionante e in 24 ore è stato possibile appassionare migliaia di persone a un concetto legato alla lettura.
Abbiamo dimostrato come una campagna pubblicitaria si possa anche scatenare sui social network attraverso un’idea originale e che questo sia da monito per chi investe decine di migliaia di euro su mezzi oramai a rischio chiusura (sì, stiamo parlando dei giornali cartacei, fra 10-20 anni saranno molti meno in circolazione…)
Sul Romanzo continua nel suo obiettivo: portare all’attenzione dei lettori i temi culturali, perché siamo convinti che soltanto la cultura possa salvare questo paese dal dramma che sta vivendo a livello economico e sociale. Noi lo facciamo tutti i giorni con il blog e ogni circa due mesi con la Webzine.
I dati parlano chiaro: siamo fanalino di coda in Europa rispetto a tanti parametri, ciononostante possediamo un patrimonio culturale e artistico che il mondo intero ci invidia, perché non provare a essere lungimiranti investendo soprattutto nella cultura?
La cultura è il nostro surplus, la nostra identità come nazione, non investire in cultura è cecità politica e i responsabili di questo sono senza dubbi i parlamentari italiani. Una classe dirigente ignorante e incapace di pensare come dovrebbe essere l’Italia del futuro.
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