Sinistre Presenze
AA.VV
Bietti, 2013
pp 397
20 euro
Sinistre Presenze è una raccolta di racconti horror e un tentativo di esplorare nuovi margini e possibilità per questo genere. I racconti compresi nella raccolta sono diciassette e spaziano in numerosi sottogeneri dell'horror, dal dark fantasy allo splatter, ma ciò che li accomuna tutti è la volontà dichiarata di dare vita a un horror socialmente e politicamente impegnato, che nelle speranze dei curatori potrà aprire nuove prospettive per il genere e il suo pubblico. Come essi stessi affermano nell'introduzione, l'horror è un genere che più di altri si è mostrato refrattario a una scrittura e lettura impegnata, in quanto veicolo ed espressione di paure e pulsioni subconscie, che sfuggono al piano razionale e a un legame diretto con la realtà sociale. Proprio per questo, però, offre ancora molte possibilità di sperimentazione e la prospettiva allettante di arrivare a comunicare con l'efficacia e l'impatto tipico di questo genere, anche contenuti che normalmente gli rimangono estranei.
I diciassette racconti affrontano l'impresa con una gran varietà d'approcci e con risultati molto diversi fra loro. Se in alcuni casi si arriva alla satira esplicita e quasi a una parodia del genere, o forse della società che vi viene rappresentata, in altri la trama di riferimenti evocata dagli scrittori è più complessa e di meno immediata lettura. Altri ancora, con la loro crudezza, rappresentano un attacco diretto e privo di ogni filtro a realtà molto specifiche.
Per avere un breve quadro della varietà dei racconti compresi nella raccolta, e senza nessun giudizio di valore, se ne possono mettere a confronto quattro. “Emocrazia” di Alessandro Vietti, attraverso la rappresentazione ironica e sottilmente disturbante di un'Italia in cui sale al potere un partito di vampiri, traccia una parodia efficace e trasparente della società contemporanea e dei pericoli legati a un certo modo di fare politica e subirla. Molto diverso è “L'autostrada dei cani perduti”, di Dario Tonani, una storia brevissima, estremamente cruda, che non lascia spazio ad altro che allo sgomento del lettore di fronte all'assurda mattanza cui deve assistere e ha l'effetto di uno schiaffo alla sua indifferenza. “Da sotto”, di Stefano Roffo, invece è uno dei racconti più complessi, nella struttura della narrazione e nell'evocazione di un mondo di fantasia, cupo e affascinante, che a tratti rievoca le atmosfere inquietanti di certi quadri di El Greco e va ben oltre una semplice rappresentazione filtrata della nostra realtà. Per ultimo, “Alla testa del paese” di Alessandra Daniele, una delle due autrici comprese nella raccolta, è una narrazione rapidissima, fredda, quasi sarcastica, che investe il lettore con scene dell'immaginario zombie, ma poi lo abbandona nell'incertezza più totale sulla reale entità delle vicende a cui ha avuto modo di assistere, lasciandogli l'impressione di una realtà politica degenerata, complessa e indecifrabile, che sfugge ormai al controllo dei suoi stessi artefici.
Nel complesso, al di là dell'intento programmatico, la raccolta rappresenta sicuramente una lettura appassionante per gli amanti del genere, ma anche un’esperienza interessante e godibile per chi ha poca confidenza con l’horror e vuole esplorarne le sfumature e potenzialità.