Divertente siparietto, ieri, alla stazione di Bolzano. Eravamo in attesa del treno che giunge verso le 13.00 e prosegue per il Brennero. Sulla banchina qualche pendolare ciondolante. A un certo punto, come al solito, partono gli annunci degli altoparlanti. In italiano e in tedesco. Ma quello che dicevano era discordante. L’annuncio in italiano informava “i signori passeggeri” che il treno sarebbe arrivato sul terzo binario. Quello in tedesco invece parlava di “Gleis eins”. Che fare? Le persone erano indecise, frastornate. Qualcuno si muoveva verso il sottopassaggio, altri invece restavano, salvo poi – dopo l’ennesima ripetizione dell’annuncio discorde – imboccare a loro volta la via del sottopassaggio mentre quelli che già erano scesi risalivano precipitosamente le scale. Per fortuna alla fine una voce non registrata (ma stavolta solo in lingua italiana) ci ha informato che il treno partiva effettivamente come previsto dal terzo binario.
È opportuno aggiungere una notazione. Impossibile ovviamente sapere se le persone messe in apprensione e movimento in seguito ai diversi annunci fossero appartenenti ai rispettivi gruppi linguistici. Sicuramente ci saranno stati anche quelli, perfettamente in grado di comprendere il messaggio nelle due lingue, rimasti completamente interdetti e quindi disposti a seguire chi, capendo solo una lingua, all’inizio si è dimostrato meno preoccupato (raro caso in cui il plurilinguismo si dimostra dunque un ostacolo a una migliore interpretazione della realtà). E comunque a un certo punto tutti si sono messi a confrontare e tradurre i messaggi per chi ruotava gli occhi con sbalordimento. Non escludo che qualcuno abbia persino pensato quale dei due messaggi (e dunque delle due lingue) avesse più autorevolezza, più “contenuto di verità”. Se il tempo non fosse stato così breve, se avessi avuto a disposizione un paio di questionari, ne sarebbe potuta scaturire una interessantissima microanalisi sociologica.
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