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Siracusa: malformazioni e tumori a Gela e Augusta-Priolo, alla Sicilia il primato della “morte”

Creato il 03 febbraio 2014 da Giornalesiracusa

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Giornale di Siracusa: E’ proprio vero, in Sicilia tutto è meravigliosamente amplificato: le emozioni, i colori, i profumi e anche le cause di morte. Già, perchè in Sicilia si muore esattamente come altrove, forse solo un po’ di più, in modo a volte spettacolare e con percentuali che farebbero rabbrividire anche il più inguaribile ottimista. Ma procediamo con ordine.

Qualche giorno fa abbiamo letto di un bimbo nato senza sesso nella zona di Gela, proprio a due passi dal celebre polo petrolchimico. Un caso rarissimo di malformazione neonatale, difficile da prevedere e, secondo gli esperti, difficilmente riconducibile alle condizioni ambientali nei pressi della già citata zona industriale. La notizia ha immediatamente alzato un polverone: il presidente della regione Sicilia, Rosario Crocetta, auspica che “nessuno, neppure i genitori, vogliano imporre un sesso piuttosto che l’altro” e il dottor Michele Palmieri, primario di Ostetricia al Vittorio Emanuele di Gela, frena dichiarando “per ora stiamo parlando di un’anomalia estera, seppur rara. In pratica stiamo dicendo che è difficile identificare il sesso del bambino.”

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Parliamo dunque di un vero e proprio caso di bioetica, nel merito del quale preferiamo non entrare. Già, perchè per il momento il collegamento con i “veleni” che quotidianamente la popolazione di Gela respira, è solo una delle tante ipotesi al vaglio degli specialisti. E forse, in fondo, è solo un caso il fatto che a Gela, come ci ricorda il direttore scientifico del Registro Tumori, Salvatore Sciacca, ci sia un eccesso di incidenza tumorale ricollegabile all’amianto presente nelle industrie (85 su 100 mila a fronte degli 80 attesi).

Anche la provincia di Siracusa è molto conosciuta nel resto d’Italia per dei dati poco noti ma decisamente preoccupanti: nel polo petrolchimico siracusano, l’incidenza tumorale è la più alta di tutta la Sicilia, con 95-98 casi su 100 mila, senza contare la “tendenza” degli abitanti del triangolo Lentini-Carlentini-Francofonte di ammalarsi il 30% più facilmente di leucemia. Dimenticavamo il triste “record” dell’anno 2000, quella percentuale del 5.6% di nati con malformazioni nella zona di Augusta-Priolo, a fronte dell’1.5% di media nazionale. Ovviamente questi sono numeri ancora tutti da spiegare, nel frattempo in Sicilia si continua a morire, come in ogni parte d’Italia, però in questa classifica possiamo vantare finalmente un primato.


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