News Siracusa: riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa relativo ai dati dello scompenso cardiaco acuto a Siracusa, una sindrome invalidante, per la quale il cuore perde progressivamente la capacità di pompare in modo adeguato il sangue nell’organismo e che può avere conseguenze letali:
- dei pazienti colpiti, il 3-4 % non sopravvive al primo episodio, il 20-30% muore nell’arco di un anno, il 70% entro 5 anni.
A Siracusa, presso il Presidio Ospedaliero Umberto I, tra il 2012 e il 2013 si sono registrati 640 ospedalizzazioni. Dalla ricerca arrivano nuove speranze di trattamento per la riduzione dei sintomi e della mortalità. L’équipe del Dott. Enrico Valvo, Responsabile della Medicina di Urgenza del Presidio Ospedaliero Umberto I, è attivamente coinvolta nella sperimentazione.
SCOMPENSO CARDIACO ACUTO: UN TREND IN CONTINUA ASCESA CHE IN SICILIA COLPISCE CIRCA 15 MILA PERSONE OGNI ANNO
È una sindrome invalidante, potenzialmente letale, che colpisce quasi 200 mila persone in Italia ogni anno.
Dalla ricerca, nuove speranze di trattamento per la riduzione dei sintomi e della mortalità.
Siracusa , 24 marzo 2014 – Improvvisa sensazione di annegamento, rapido aumento di peso dovuto all’accumulo di liquidi in tutto il corpo,
battito cardiaco irregolare: sono questi i sintomi più frequenti dello scompenso cardiaco acuto.
Sindrome invalidante, per la quale il cuore perde progressivamente la capacità di pompare in modo adeguato il sangue nell’organismo e
che può avere conseguenze letali.
Dei pazienti colpiti, il 3-4 % non sopravvive al primo episodio, il 20-30% muore nell’arco di un anno, il 70% entro 5 anni[1].
Lo scompenso cardiaco acuto è ancora più aggressivo di alcuni tumori avanzati, infatti, considerando la finestra temporale di 5 anni, ha un tasso di mortalità doppio rispetto alla mortalità dovuta al tumore al seno (35%) ed è superiore a quella causata dal tumore all’intestino
(65%)1-2.
Un fenomeno in crescita – si tratta della più comune causa di ospedalizzazione per i pazienti con più di 65 anni – che in Italia registra quasi 200 mila casi ogni anno, di cui 15 mila solo in Sicilia. Oggi, finalmente, dalla ricerca arrivano nuove speranze di cura.
“Si tratta di un fenomeno che riguarda da vicino anche la nostra città”– spiega Enrico Valvo Responsabile della Medicina di Urgenza
del Presidio Ospedaliero Umberto I, Siracusa – “Presso la nostra struttura tra il 2012 e 2013 ci sono stati 640 ricoveri. Preoccupano in particolare i dati dello scompenso cardiaco relativi alla mortalità a trenta giorni dal ricovero, l’11,5% in linea con la media nazionale, e quelli relativi alle riospedalizzazioni, circa il 20%”.
Oltre all’infarto, le più comuni cause che possono condurre a un episodio di scompenso acuto sono aritmia, ipertensione, danno permanente alle valvole cardiache, aterosclerosi, eccesso di alcol. I numeri confermano che si tratta di una patologia che non va sottovalutata. Oltre a un forte impatto sulla qualità di vita del paziente anche gli sforzi economici a carico della famiglia e del Servizio Sanitario Nazionale non sono affatto indifferenti, se si considera che questi ultimi sono la seconda voce di costo per ricoveri dopo quelli per le gravidanze.
E le previsioni per il futuro non sono incoraggianti: “Si stima che entro il 2050 i numeri dello scompenso cardiaco saranno quattro volte maggiori rispetto a quelli attuali.
” Questo trend di crescita della malattia è strettamente correlato all’invecchiamento della popolazione”- prosegue Valvo “Inoltre, non va dimenticato che un episodio di scompenso cardiaco acuto genera una spirale negativa che colpisce il funzionamento di molti organi fondamentali, come fegato, reni e polmoni. E’ senza dubbio una malattia molto complessa che necessita di particolare attenzione sia a livello diagnostico sia clinico”.
Nonostante la crescente incidenza negli ultimi anni dello scompenso cardiaco acuto, le modalità di trattamento sono rimaste invariate. “Quando il paziente arriva al pronto soccorso in preda a un attacco, i diuretici sono i farmaci di prima scelta” – spiega Valvo – “Negli ultimi tempi, stanno però emergendo nuove opportunità: il reparto di Medicina d’Urgenza del nostro ospedale sta sperimentando una nuova molecola per il trattamento dello scompenso cardiaco acuto, serelaxina, una forma ricombinante dell’ormone relaxina che in studi precedenti ha dimostrato essere efficace nel miglioramento del sintomo principale dello scompenso, la dispnea, cioè la difficoltà a respirare”.
Accanto alle terapie farmacologiche, per fermare la crescente incidenza dello scompenso cardiaco acuto, è importante il ruolo della prevenzione.
“Si può e si deve intervenire precocemente” – conclude Valvo – “per prevenire le patologie che sottendono lo scompenso cardiaco. In questo senso, un corretto stile di vita con il mantenimento di livelli bassi di glicemia e di colesterolo, il controllo della pressione arteriosa, l’esercizio fisico regolare e una dieta adeguata sono tutte indicazioni importanti da seguire per la prevenzione dello scompenso cardiaco”.