News Siracusa: si è svolto ieri, presso Palazzo Impellizzeri, l’incontro dedicato ai giovani: “Yalla Yalla Syria, il coraggio e la dignità del popolo siriano. 3 anni di conflitto ignorato”, organizzato dalla Consulta Comunale Giovanile e dall’associzone “Siracusa Futuro”. L’incontro, moderato da Joshua Evangelista, direttore e caporedattore di Frontiere News, ha visto sul tavolo dei relatori: Amedeo Ricucci, giornalista Rai, Asmae Dachan, giornalista siriana, Titty Charasien, cooperatrice internazionale e Gaspare Urso, giornalista del Giornale di Sicilia.
L’incontro è stato aperto dai saluti del Vice Sindaco Francesco Italia, dai consiglieri comunali Francesco Pappalardo e Antonio Bonafede, dal Presidente della Consulta Comunale, Marco Zappulla e dal Presidente di Siracusa Futuro, Alberto Scamacca. Erano presenti parecchie associazioni, con i rispettivi rappresentanti: Artigianando (Elisa Latina), Centro Antiviolenza LaNereide di Siracusa (Adriana Prazio), Extramoenia (Marco Scuotto), Giovani per Siracusa (Giulia Grillo), Italia Nostra
(Alessandro Maiolino), Leo Club Siracusa (Ludovico Leone), Morfosis (Mario Lentini), Croce Rossa Italia di Siracusa (Daniele Fiumara), Rete Civica Nazionale (Giuseppe Auteri), Siculi (Veronica Testa), Triade (Stefano Burgaretta). L’intento degli organizzatori è stato quello di offrire un’occasione, ai giovani siracusani, di conoscere quello che sta accadendo in Siria, attraverso la viva voce di Ricucci.Amedeo Ricucci è stato inviato speciale, reporter in zone di guerra. Ha seguito i più importanti conflitti degli ultimi vent’anni in Algeria, Somalia, Bosnia, Rwanda, Liberia, Kosovo, Afganistan, Libano, Iran, Iraq, Palestina, Tunisia, Libia e Siria. Il 3 aprile 2013 Susan Dabbaus e Amedeo Ricucci sono stati sequestrati in Siria, assieme ad altri due giornalisti italiani (Elio Colavolpe e Andrea Vignali) ad opera di una brigata di Jabhat al Nusra. I quattro sono stati liberati dopo undici giorni, il 13 aprile 2013.
Con queste parole Ricucci si è rivolto ai giovani presenti alla conferenza: “Parlo a titolo personale, quindi quello che dico non rappresenta l’azienda in cui lavoro… se io chiedo a voi, qui, che siete in sala cosa c’è in Siria quasi tutti risponderete che è in atto una guarra civile. La guerra civile, se andiamo a cercarla nei dizionari italiani, vuol dire: due fazioni che combattono per il potere. La guerra civile c’era in Italia dal ’44 al ’45 quando i partigiani cercavano di spodestare il regime fascista. In realtà in Siria non c’è alcuna guerra civile. In Siria c’è una cosa banalissima, che però si fa fatica a far passare a livello di grandi media, c’è un popolo che si è finalmente ribellato dopo quarant’anni di oppressione e chiede semplicemente quello che a noi sembra banalissimo: la libertà. La libertà di vestirmi come mi pare, di dire quello che mi pare…. .In Siria se qualcuno si alza e dice che il taglio di capelli del presidente Baššar al-Asada non gli piace, quello finisce in prigione e ci resta trant’anni magari… .Il popolo siriano ha vissuto quarant’anni sotto l’oppressione della famiglia Asada… .Improvvisamente sulla scorta di quelle che sono state, e che forse molti di voi conosceranno, le cosidette primavere arabe, anche i siriani si sono ribellati, si sono ribellati sperando, anche, che gli occidentali, che sono così bravi a parlare e che sventolano la loro voglia di esportare in tutto il mondo la libertà e la democrazia, li avrebbero aiutati. No non li ha aiutati nessuno…”
A conclusione, però, il giornalista Rai ha tenuto a precisare che il popolo Italiano si è prodigato molto per aiutare il popolo siriano e non solo, approdato nelle coste italiane. La conferenza è stata arricchita da alcuni video e immagini che sono state proiettate e da un piccolo dibattito prima della chiusura.