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Siracusa: XIX Giornata della Memoria e dell’Impegno, intervista a Renata Giunta, coordinatrice di Libera

Creato il 24 marzo 2014 da Giornalesiracusa

140626973-da227e8e-9091-4979-a50a-6d66216e9a7dOggi Siracusa: L’edizione provinciale della XIX Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo di tutte le vittime innocenti delle mafie si terrà domani 25 marzo e avrà per tema “Radici di memoria, frutti di impegno”. A livello provinciale, sono stati scelti i comuni di Floridia e Solarino per consolidare un percorso virtuoso proprio muovendo dalle realtà radicate in questi territori che hanno una forte determinazione a costruire speranze concrete e che stanno manifestando, in varie forme, una profonda volontà di riappropriarsi della memoria per rilanciare un impegno fruttuoso nella lotta alle mafie. Questo appuntamento è una vera e propria presa di consapevolezza che si traduce in una dichiarazione di impegno e in una proposta di legalità rivolta a tutti tramite un invito ai cittadini a partecipare attivamente, a mostrare un coraggio di responsabilità civile.

Ne parliamo con Renata Giunta, coordinatrice provinciale di Libera Siracusa.

Qual è il senso di questa giornata e quale valore assume questo appuntamento per il radicamento di una cultura dell’antimafia nel territorio?

La Giornata della Memoria e dell’Impegno ha un valore profondo di commemorazione che rende viva la memoria ma, in qualche modo, ha anche un senso di festa nonostante, durante la lettura di quegli oltre 900 nomi, si arrivi con le lacrime agli occhi per una commozione profonda.

La cenere di questi morti innocenti deve essere concime per far germogliare il seme dell’impegno.

Oramai da molti anni, il nostro territorio ha fatto propria questa giornata nazionale andando in giro a contaminare, di volta in volta, tutta la provincia. Anche dove Libera ancora non è presente con un presidio locale, abbiamo sempre trovato il supporto di molte associazioni giovanili e le istituzioni sono venute, poi, in un secondo momento.

Molte cose hanno avuto avvio dalle proposte e dalle richieste della popolazione.

Renata Giunta
Viviamo in un periodo in cui di mafia si parla soprattutto in occasione dei grandi processi o dei grandi sequestri ma, al di là di questo, purtroppo il fenomeno mafioso è stato molto sottovalutato perché l’epoca delle grandi stragi appare ormai assai lontana. Inoltre, l’incidenza del fenomeno mafioso è stata trascurata anche a causa di qualche politico che l’ha usata in modo strumentale; e si sa che quando le strumentalizzazioni vengono palesate fanno allontanare le persone. E invece, c’è una seria emergenza di cultura della legalità sia a livello nazionale che locale. Nello specifico, questo territorio è particolarmente strano: oramai da tanto tempo, la Sicilia orientale non vive più la mafia cosiddetta ‘delle coppole’ ma patisce e dovrebbe rivoltarsi, piuttosto, contro una forma di mafia che si nutre di corruzione nella gestione dei fondi pubblici con dinamiche fluide e sotterranee che permettono profonde infiltrazioni nell’economia legale a causa della collusione di tutta una zona grigia di lassismo. Questa modalità di radicamento del sistema mafioso è molto grave perché, in questo modo, siamo tutti attaccati e attaccabili in quanto possiamo, anche inconsapevolmente o con un atteggiamento di eccessiva leggerezza, dare spazio a queste infiltrazioni mafiose perché la mafia, qualche volta, ha anche il volto pulito di alcuni professionisti – avvocati, medici, architetti, imprenditori – forse anche loro ignari di avallare, a tal punto, l’illegalità.

In più occasioni, la società civile ha mostrato di avere una grande capacità di indignazione ma deve anche imparare a tradurla in risposte e azioni concrete.

Ogni anno, il ’21 marzo’ ci fa ricordare che dobbiamo tenere alto il livello di attenzione perché la situazione non si può e non si deve sottovalutare. Due anni fa questa giornata si è tenuta ad Augusta e, dopo circa un anno, il comune è stato sciolto da parte del Ministero dell’Intero per infiltrazione mafiosa. Forse, anche questo tipo di manifestazione pubblica ha smosso le coscienze e ha fatto risvegliare il senso critico.

Ogni anno, questa giornata ha anche il senso di intercettare le criticità già sentite e vissute su un territorio nei confronti delle quali si cerca di mettere a disposizione le conoscenze pratiche che possono essere utili per analizzare il fenomeno mafioso e per trovare collocazioni appropriate ad azioni virtuose.

 

Perché  sono stati scelti i comuni di Floridia e Solarino?

 

C’è stata una richiesta esplicita da parte dei due sindaci di Floridia e Solarino, o meglio da parte dell’unione dei due comuni, fisicamente prossimi tanto che quasi non si avverte il distacco. Entrambi i sindaci hanno, in prima persona, subito minacce e i loro territori sono stati teatro di omicidi di stampo mafioso per questioni riguardanti il mercato e il traffico illecito di stupefacenti.

Non è una provincia dove splende sempre il sole!

Questi due nuovi e giovani primi cittadini, uno di sinistra e uno di destra, quindi senza nessun tipo di operazione politica dietro, hanno inserito nel loro programma questa iniziativa con lo scopo di lanciare proprio domani 25 marzo l’attivazione di un Osservatorio permanente di legalità.  Questa realtà esiste già a Lentini dal 1998 ed è esistita anche a Niscemi per circa un anno e mezzo. Rappresenta un nuovo metodo di lettura della realtà del territorio e di coinvolgimento operativo, secondo un criterio di inclusione, di tutti i soggetti – dalla prefettura ai rappresentanti degli studenti, dal collegio dei presidi all’ordine degli ingegneri e alle varie realtà associative – che possono, in vario modo, contribuire a migliorare la qualità della vita legata alle questioni della legalità. Non deve essere solo un tavolo di discussione ma deve avere un valore operativo di avvicinamento della cittadinanza alle istituzioni, facendo uscire le istituzioni dalla rigidità dell’iter burocratico ma facendo anche capire ai cittadini il volto umano della burocrazia.

 

Come si coniugano, per te, nella quotidianità memoria e impegno?

 

Si coniugano in modo assolutamente naturale.

Essere coordinatrice provinciale di Libera è solo un modo diverso di vedere le cose. L’unico modo di incarnare bene questo ruolo è viverlo come una testimonianza continua di garanzia di legalità e di rispetto di diritti mantenendo una salda coerenza a tutti i livelli di vita pubblica e privata. Le vittime innocenti di tutte le mafie rimangono il punto di riferimento costante per non scordare le brutture che la mafia propone e non può esserci giustificazione possibile per chi continuare a rimanere indifferente e a lasciar correre.

Oggi che la crisi è sentita da tutti e che il precariato e la disoccupazione riguardano una fascia larghissima di popolazione, c’è il forte pericolo che la mafia trovi più terreno fertile perché c’è il rischio che si alzi il livello dell’accettazione del compromesso. Quando questo avviene, però, ci si limita solamente a sopravvivere senza costruire né presente né futuro e senza concedersi nessuna alternativa.

Libera mi fa essere molto critica nei confronti della realtà e sento che è necessario ricaricare continuamente di energia nuova la macchina della solidarietà che si è messa in moto nel nostro territorio e che è un modo di resistere insieme e di non abbassare la testa di fronte a proposte che, solo apparentemente, possono sembrare allettanti.

E’ tutta una questione di dare il giusto valore ai diritti: la mafia, magari, ti dà un pezzo di pane ma, in cambio, ti toglie la dignità; e questo non è un compromesso di scambio accettabile, in fondo, nemmeno in termini di convenienza. E’ bello vivere sapendo che si è liberi!

A livello nazionale, Libera propone molte campagne e noi abbiamo scelto di appoggiare Miseria Ladra sensibilizzando e coinvolgendo molte associazioni sui temi riguardanti il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, la sospensione degli sfratti esecutivi, i diritti delle persone migranti, il valore dell’energia rinnovabile e dell’agricoltura biologica e l’importanza della ricostituzione del fondo sociale e del fondo per la non autosufficienza.

E’ importante scegliere se fare consumo critico o appoggiare economicamente la mafia, e ciò è possibile anche perché, soprattutto a livello locale, non è così difficile capire su quale tipo di economia si basano le attività commerciali dei nostri territori.

Così come si infiltra la mafia, anche noi vogliamo occupare i luoghi pubblici – scuole, strade, istituzioni – che, in quanto tali, appartengono a ognuno di noi e vogliamo lasciarvi dei segni indelebili, anche semplici come un cartellone fatto da bambini di scuola elementare.

Tutti dobbiamo sperare che germogli una società migliore; e queste non devono essere parole retoriche buttate al vento. Esistono molti giovani che hanno una radicata consapevolezza di appartenere a una società civile che deve essere anche responsabile: di fronte allo sdegno dovuto a una mafia che ci fa schifo, deve esserci una adeguata risposta concreta di impegno nella quotidiana costruzione di un presente diverso con un occhio alla memoria del passato e uno alla speranza nel futuro.

 

Libera compie 19 anni, cosa le auguri? E cosa pensi che abbia già cambiato nel territorio?

 

Il nostro coordinamento esiste da tanto tempo, ma ha fatto soprattutto un ‘lavoro di sottobosco’ senza mai puntare su eventi che fanno scalpore. Abbiamo avuto la possibilità di lavorare molto a contatto con le prefetture, ma poche occasioni di confronto con i comuni.

Precedentemente, avevamo avuto l’opportunità di aprire, alla provincia, uno Sportello antiraket ma poi, dopo le elezioni e il cambio al vertice, ci hanno chiuso le porte in faccia e ci hanno invitati ad accomodarci fuori. Da allora, non abbiamo più avuto un punto istituzionale. Il fatto che un’associazione non abbia una sede fisica non è un problema da sottovalutare ed diventa un disagio soprattutto nelle occasioni in cui la gente che, magari, vorrebbe avvicinarsi non sa nemmeno dopo poterci trovare. Spesso ci riuniamo essendo ospitati presso la sede dell’Arcolaio – viale Teracati, 51 – o presso la sede Arci – piazza Santa Lucia, 20 – poiché, comunque, entrambe le realtà appartengono alla rete di Libera.

In sostanza, sentiamo l’esigenza di avere un posto fisico che ci dia un senso pratico di appartenenza, di radicamento nel territorio e di continuità delle attività in programma.

In questi anni, Libera più che cambiare, ha creato: ha creato momenti di collettività, di festa e di riflessione; ha creato occasioni di incontro, di dialogo e di confronto; ha creato possibilità di azioni incisive.

Auguro a Libera sempre la presenza di nuova e abbondante linfa, di persone che abbiano voglia di impegnarsi e confrontarsi continuamente con realtà diverse che sappiano lavorare insieme, con passione ed entusiasmo, essendo d’accordo sullo stile di vita, sul metodo e sui valori della trasparenza, della legalità e dell’antimafia, pur rimanendo ognuna nel proprio ambito più peculiare.


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