Il pastore anglicano Anthony Campion sbarca con la sua giovane e timida moglie Estella a Blue Montains, in Australia.
Convocato dal vescovo di Sidney, si vede appioppare un incarico imbarazzante e non certo facile quello cioè di indagare sui progetti di Norman Lindsay, un discusso pittore e artista noto per essere anticlericale e dissacratore.
Nei progetti dell’artista sembra esserci la raffigurazione pittoria di una venere nuda che viene crocefissa.
Anthony ed Estella si recano quindi a casa del pittore, dove hanno una sgradita sorpresa; l’uomo infatti è sposato con Rose e ha due figlie e ospita tre modelle estremamente disinibite, Sheela , Prue e Giddy.
Delle tre, Giddy è quella meno provocante e più attenta a non mettersi in mostra, mentre le altre due non fanno mistero di avere una condotta sessuale estremamente aperta.
Per il pastore e sua moglie inizia così un periodo difficilissimo; la promiscuità delle donne, unita all’atmosfera apertamente libertina della casa di Lindsay, la presenza tra gli occupanti della casa stessa di un giovane ex pugile ridotto alla cecità, prestante e molto bello, che posa per il pittore creano tra i coniugi un’atmosfera di tensione.
Ad aggravare la situazione c’è il netto rifiuto da parte di Lindsay di modificare alcun che del suo dipinto; l’uomo, che ha una visione del ruolo della chiesa assoltamente in chiave anticlericale, accusa Anthony di rappresentare un mondo oscurantista e chiuso sia all’arte che ai veri bisogni dell’uomo.
Se la disputa tra i due assume tratti tragicomici, ecco che Estella, dapprima pudica e moralmente inibita inizia a provare un sottile piacere nell’assistere alle orge che le ragazze organizzano con i giovani del luogo e alla fine decide di concedersi al pugile che la attrae fatalmente.
Non contenta, alla fine si inventa anche un ruolo da maitresse organizzando un incontro tra Giddy, che è segretamente ma non troppo, attratta dal muscoloso pugile e l’uomo stesso.
Arriva per i due coniugi il momento di congedarsi dal loro anfitrione; sul treno del rtorno Estella mostra di aver appreso qualcosa sulla sottile arte della seduzione, proponendo un nuovo modo di fare l’amore all’imbarazzatissimo marito, che però alla fine stuzzicato ricambia con trasporto.
Gradevole commedia di stampo British, con la conseguente spruzzata di humour prettamente britannico, Sirene di John Duigan uscito nelle sale nel 1993 cerca un equilibrio tra la commedia di stampo classico e la sottile denuncia dell’arretratezza dei costumi sessuali di persone avvezze a frequentare il mondo ecclesiastico.
Questa volta il protagonista è un pastore sposato con una donna che ha in se il germe prepotente della sessualità che però reprime per il suo ruolo sociale e per una forma di rispetto verso suo marito, esponente del clero e quindi fautore di una sessualità di stampo prettamente moralista.
I due coniugi, costretti loro malgrado a vivere in una realtà completamente aliena alla loro vita di tutti i giorni, finiranno per scontrarsi con la mentalità libertina della casa del pittore Lindsay, guardando con preoccupazione alla vita assolutamente immorale ( a loro modo di vedere) degli ospiti della casa stessa.
Inseriti in un contesto in cui la sessualità è libera e priva di remore, i coniugi finiranno per capire in modo differente gli aspetti segreti della propria sessualità; la prima a “liberarsi” anche in senso biblico sarà Estella che grazie all’esperienza vissuta vedrà aprirsi davanti a se un universo in cui la sessualità non è più un qualcosa da vivere con la concezione del peccato bensì una delle manifestazioni più belle dell’essere umano.
In fondo la commedia di Duigan gioca proprio con questo eterno dualismo, tra la concezione sana della sessualità e il suo opposto, la concezione peccaminosa del corpo e del piacere che per secoli è stata inculcata sopratutto nelle donne proprio dall’organizzazione auto deputatasi alla custodia della morale.
Non è un caso che i coniugi vengano inviati a casa di Lindasy per tentare di dissuaderlo dal dipingere un’opera giudicata blasfema; una crocefissione con una donna nuda è il massimo dell’oltraggio all’istituzione ecclesiale e come tale va fermata.
Ma alla fine la cosa entra in secondo ordine per i coniugi; anche Anthony è rimasto turbato dall’atmosfera maliziosa e sottilmente erotica della casa e dei suoi abitanti, però sarà proprio Estella a capire la portata di ciò che ha vissuto e da allora in poi cambierà radicalmente anche l’approccio sessuale verso suo marito.
John Lawless Duigan, il regista inglese autore anche della sceneggiatura è poco conosciuto in Italia; a fronte di 25 film diretti la sua notorietà è legata principalmente a questa gradevole commedia e al film Gioco di donna del 2004 che vede protagoniste due splendide attrici, Charlize Theron e Penelope Cruz.
Il film scivola via abbastanza agevolmente, anche per la presenza di un cast di attori di ottimo livello; il più british degli attori inglesi, Hugh Grant interpreta l’impacciato Anthony con ottima espressività, mentre la bella Tara Fitzgerald è la sua inizialmente inibita mogliettina Tara Fitzgerald.
Un ironico e sottilmente diabolico Sam Neill è Lindsay, parte che l’attore assolve perfettamente dando un tocco di eccentricità ironica aggiuntiva così come da segnalare sono anche le parti assolte da Elle Macpherson (la più disinibita delle tre modelle), da Portia de Rossi che interpreta la più “tranquilla” delle tre modelle ovvero Giddy e da Kate Fischer che veste i panni (succinti) dell’altra disinibitissima modella Prue.
Nei limiti ovvi della commedia di costume, Sirens tradotto letteralmente in Sirene in italiano, quasi a rimarcare il ruolo di femmes fatales delle tre modelle si rivela un prodotto gustoso e dal sottile fascino peccaminoso, assolutamente però nei limiti della malizia più innocente.
Sirens – Sirene
Un film di John Duigan. Con Sam Neill, Hugh Grant, Tara Fitzgerald, Elle Macpherson, Portia De Rossi, Kate Fischer, Pamela Rabe, Ben Mendelsohn, John Polson, Mark Gerber, Julia Stone, Ellie MacCarthy, Vincent Ball, John Duigan, Lexy Murphy Titolo originale Sirens. Commedia, durata 94 min. – Australia, Gran Bretagna 1993
Hugh Grant … Anthony Campion
Tara Fitzgerald … Estella Campion
Sam Neill … Norman Lindsay
Elle Macpherson … Sheela
Portia de Rossi … Giddy
Kate Fischer … Prue
Pamela Rabe … Rose Lindsay
Ben Mendelsohn … Lewis
John Polson … Tom
Mark Gerber … Devlin
Julia Stone … Jane
Ellie MacCarthy … Honey
Vincent Ball … Vescovo di Sydney
Regia: John Duigan
Sceneggiatura: John Duigan
Produzione: Justin Ackerman,Hans Brockmann,Robert Jones
Musiche: Rachel Portman
Editing: Humphrey Dixon
Art direction: Laurie Faen