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Siria: a Raqqa la tregua vacilla. Ribelli filo-Assad scendono in strada

Creato il 06 marzo 2016 da Retrò Online Magazine @retr_online

Reportage: Il sogno di Damasco. I giorni della tregua

A Raqqa sembra un’altra storia. Mentre la Siria attende i colloqui di pace che vengono ulteriormente posticipati al 10 marzo prossimo, a Raqqa alcune manifestazioni di strada sono degenerate in ribellioni violente. Si tratta di manifestanti filo-Assad che hanno fatto sentire la propria voce, evidenziando un’opposizione alla tregua che vige in Siria dal 27 febbraio scorso. Le manifestazioni di oggi a Raqqa hanno confermato il proprio sostegno all’esercito governativo di Bashar al-Assad, procurando l’insorgere di scontri violenti con i gruppi del terrore che imperversano nel Paese ormai da parecchio tempo. A seguito della ribellione sarebbero morti numerosi jihadisti, e qualcuno già si sta domandando se “la tregua sia tuttora in vigore, o se la violazione di oggi l’abbia incrinata irreparabilmente”.

La città di Raqqa è conosciuta in Occidente come “la sedicente capitale dello Stato islamico”, ripetutamente oggetto di bombardamenti da parte della coalizione anti-Isis, e in riferimento alla quale si è assistito a un recente incremento dell’impegno militare europeo all’indomani degli attentati di Parigi del novembre 2015. I manifestanti di oggi hanno issato bandiere siriane sui principali edifici cittadini, scontrandosi a tratti – anche violentemente – con le fazioni fondamentaliste che operano da tempo in quest’area della Siria. Nel corso delle manifestazioni di oggi a Raqqa sono stati più volte scanditi slogan inneggianti al governo di Assad: un sostegno popolare che si pone di contrasto ai terroristi islamici e al contempo mette a repentaglio la tregua in vigore.

Stando ai ribelli, gli scontri che si sono creati hanno registrato una violenza che testimonia un rancore atavico. “C’è un odio senza fondo verso i gruppi del terrore” afferma qualcuno, “I jihadisti morti oggi nel corso degli scontri non devono certo turbare”. Ma una simile affermazione incrina non poco l’accordo di tregua che dovrà condurre ai colloqui di pace. “E’ normale che la gente comune combatta un’altra guerra” spiega qualcuno, “Se Stati Uniti e Russia si sono accordati per arrestare i bombardamenti, la stessa cosa non è capitata per lo Stato islamico che continua a mietere vittime in Siria”.

L’Isis è la grande “macchia nera” di questi territori. Qualcuno racconta che nella giornata di ieri lo Stato islamico ha bloccato le vie d’accesso alla città di Raqqa, al fine di impedire ai disertori di fuggire. Gli scontri di oggi fra i manifestanti filo-Assad e i terroristi islamici è la conferma della situazione tesa che continua – comunque – a perdurare in Siria. “L’Isis ci toglie la libertà di vivere. Non sempre è possibile rispettare gli accordi di tregua, specie se qualcuno continua ad uccidere indistintamente”.

A più riprese durante gli anni di guerra, la città di Raqqa è finita preda di “padroni” diversi. Nel 2013 fu terra di conquista dei jihadisti, per poi finire riconquistata dalle milizie governative di Bashar al-Assad. Ma il potere di Damasco si è presto infranto a Raqqa. Ben presto la città nel centronord della Siria è tornata sotto il controllo dell’Isis, dal momento che le forze governative sono state isolate dalle milizie dello Stato islamico. Nel 2014, poi, l’Isis è divenuto il grande “padrone” di Raqqa, respingendo ogni sorta di resistenza del governo di Damasco. Per qualcuno la forza di Assad a Raqqa ha toccato il fondo, “ha mostrato al mondo intero le proprie debolezze interne” spiega qualcuno. Oggi siamo di nuovo all’attacco, o forse – soltanto – siamo di nuovo daccapo. Le forze governative e le milizie curde stanno combattendo per riconquistare la città di Raqqa, mentre la Siria continua a sperare nella tregua: proprio ora che si ha notizia di un ulteriore ritardo dei colloqui di pace.

Tags:aleppo,assad,bombardamenti,daesh,damasco,Guerra,isis,Jihad,manifestaione,pace,Raqqa,ribellione,siria,stato islamico,tregua

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