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Siria armi chimiche: il ruolo dell’iran provato in un cable del 2006

Creato il 22 marzo 2013 da Nopasdaran @No_Pasdaran

siria armi chimiche

Qualche giorno fa in Siria sembra sia stata varcata la linea rossa, ovvero il momento drammatico in cui sarebbero state usate le armi di distruzione di massa (WMD) in possesso del regime bahatista. Le due parti, i pro e i contro Assad, si sono infatti accusate reciprocamente di aver usato agenti chimici per colpire gli inermi civili. Nonostante le smentite, il tema delle WMD in possesso di Damasco ci riguarda direttamente, perchè coinvolge in pieno la Repubblica Islamica dell’Iran. 

Il 27 luglio del 2012, infatti, venne pubblicato sul Washington Post, un interessante articolo a firma di James Ball. Il pezzo, molto significativamente, si intitolava “Syria has expanded chemical weapons supply with Iran’s help, documents show“, tradotto, “la Siria ha ampliato il suo arsenale di armamenti chimici grazie all’Iran. Ecco i documenti”. Bene, andiamo nel particolare. Secondo Ball un cable segreto partito da Parigi nel 2006, descriverebbe la cooperazione esistente tra l’Iran e la Siria in materia di sviluppo di nuovi armamenti chimici. 

Il cable diffuso in seguito da Wikileaks, in particolare, riporta le presentazioni fatte dai vari stati in occasione della riunione del “Gruppo Australia“, in occasione dell’incontro svoltosi a Parigi tra il 12 e il 16 luglio. Per la cronaca, per “Gruppo Australia” si intende un pannell di 40 Stati (più la Commissione Europea), impegnati attivamente nell’evitare la proliferazione degli armamenti chimici nel mondo. In occasione di quell’incontro, quindi, la rappresentanza tedesca presentò un Power Point in cui venne dimostrato come l’Iran non necessitava più di un sostegno esterno per produrre armamenti chimici, ma avesse ormai acquisito tutte le conoscenze richieste per la produzione di tali armamenti da solo. A tale scopo, Teheran era entrato in possesso di tutta la tecnologia dual-use necessaria allo scopo (ovvero qulla tecnologia applicabile sia per scopi civili che per scopi militari). Non solo, dopo la rappresentanza tedesca, anche la rappresentanza olandese mostrò un Power Point in cui veniva messo in luce come l’ “Iran Special Industries Group” (SIG) – alle dirette dipendenze del Ministero della Difesa iraniano – controllava direttamente diverse compagnie internazionali coinvolte nella proliferazione di tecnologie per la produzione di agenti chimici.

La parte più interessante, che ci riporta direttamente ai fatti siriani di questi giorni, è la seconda presentazione svolta dalla rappresentanza tedesca: nel secondo Power Point, infatti, la Germania mise in luce come la Repubblica Islamica stesse attivamente assistendo il regime siriano per l’acquisizione dei materiali tecnologici allo scopo di costruire “un innovativo programma militare di armamenti chimici”. In particolare, gli Ayatollah avrebbero provveduto a supportare Damasco per la costruzione di impianti per la produzione tonnellate di agenti chimici quali il VX, il Sarin e gli agenti Mostarda.

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Tutto ciò senza contare che, nell’Agosto scorso, il giornale tedesco Der Spiegel pubblicò un pezzo in cui veniva denunciata la presenza di agenti Pasdaran in occasione di un test militare svoltosi in Siria, in cui sarebbero stati testati diversi vettori capaci di trasportare armamenti chimici. Il test sarebbe stato compiuto a 30 km da Aleppo, presso il centro militare di Al Safir. 

Proprio questo centro ci rimanda ad uno degli ultimi articoli che abbiamo scritto sul blog, in merito alla morte del Pasdaran Hassan Sahateri in Siria. Come abbiao messo in luce, è probabile che Hassan Shateri si trovasse nella zona di Aleppo, praticamente un città in mano ai ribelli per bonificare il complesso di Al-Safir da ogni prova di presenza iraniana, prima della perdita totale della città da parte di Assad. Ad Al-Safir, lo ricordiamo, il regime di Damasco teneva i suoi missili Scud, ma soprattutto produceva pericolosissimi armamenti chimici.

Come dimostrato, purtroppo, il cerchio si chiude nuovamente intorno alla Repubblica Islamica dell’Iran dimostrandoci ancora una volta, se ne avevamo bisogno, che si tratta solo di un regime terrorista.


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