Sono ben 14.115 le persone che sono state uccise dal marzo 2011 e fino ad oggi nella rivolta popolare Siriana,un bilancio pesante che ha colpito secondo l’OSDI almeno 9.862 civili, 3470 soldati e 783 disertori. Ogni giorno il bollettino di morte aumenta in maniera esponenziale non ci sono più limiti alle barbarie contro i civili. A Beirut ancora oggi sembrano siano morte 74 persone in maggioranza civili oltre che 23 soldati e 7 ribelli. L’escalation della battaglia viene portata avanti con mezzi di artiglieria pesante da parte del regime di Bashar al Assad e nell’ultimo periodo sono stati fatti intervenire anche gli elicotteri per cercare di snidare i ribelli dell’Esercito Siriano Libero dalle loro roccaforti. Il consiglio di sicurezza dell’Onu non riesce ad entrare a Haffà e Homs dove sembra che ci siano circa 30.000 persone . Si cerca di salvare i civili che sono intrappolati nella città. Dal marzo dell’anno scorso il popolo continua a ridursi nella miseria che ora si è trasformata in vera fame. Anche la lega Araba con il suo rappresentante, Kofi Annan, si è detto "gravemente preoccupato" per l'escalation dei combattimenti fra "le forze di Assad e dell'opposizione", l’esortazione alle dimissioni sono state rivolte direttamente ad Assad che dovrebbe cedere momentaneamente il potere al suo vice Faruq al Shara per cercare di sedare la guerra e la miriade di morti innocenti. Secondo molti operatori occorre anche aprire da subito un corridoio umanitario per i civili sotto l’egidia dell’ONU onde evitare un ulteriore genocidio. Di Maurizio Cirignotta
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