Magazine Società

Siria: Kobane è sotto assedio. Nuovi raid contro l’Isis, che conquista il quartier generale curdo. “Sarà come Srebrenica”

Creato il 11 ottobre 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

Continua l’assedio dei jihadisti dell’Is a Kobane, la città siriana a maggioranza curda sotto assedio da settimane. Secondo gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, un’ong vicina all’opposizione con sede a Londra, il cosiddetto Stato islamico controlla il 40% di Kobane. Sono almeno diciotto le vittime civili, tra cui quattro bambini, di un raid condotto dall’aviazione del regime di Damasco nel sud della Siria, mentre l’inviato della tv panaraba al-Jazeera, citando fonti dell’Unità di Difesa del Popolo (YPG), ha riferito che i raid aerei della coalizione sembrano aver fermato l’avanzata dei jihadisti verso il centro di Kobane, ma che l’Is ha conquistato comunque il carcere della città.

(nbcnews.com)

(nbcnews.com)

I caccia americani hanno effettuato altri nove raid contro le postazioni dell’Is. I raid aerei della coalizione internazionale anti-Isis, guidata dagli Stati Uniti, non hanno risparmiato alcune postazioni jihadiste a ridosso di Kobane. I leader militari curdi ribadiscono che i soli bombardamenti aerei non sono sufficienti a fermare l’avanzata dell’Isis, che dal 16 settembre cinge d’assedio quella che un tempo era la terza località a maggioranza curda della Siria, al confine con la Turchia. Ieri, secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), i jihadisti sono penetrati in città e ora controllano ”più di un terzo” di Kobane. Fonti militari curde, invece, parlano di circa il 15-20 per cento di territorio ceduto all’Isis da parte delle milizie curde che resistono ma chiedono a gran voce l’invio dal lato turco di rinforzi di uomini e di armi. In particolare, invocano l’invio di razzi anti-carro per fermare l’avanzata dei blindati dello Stato islamico, razziati durante le cavalcate estive nel nord dell’Iraq e nel nord-est siriano. Da quando l’Isis ha conquistato una settantina di villaggi attorno a Kobane, i profughi della regione sono in tutto 300.000. Di questi, circa 200.000 sono fuggiti in Turchia e gli altri nelle vicine e martoriate aree siriane. Secondo l’Ondus, le vittime – per lo più miliziani – cadute in battaglia sono circa 500.

Nella scorsa notte, la “conquista” del quartier generale curdo da parte degli jihadisti. Dopo tre settimane di assedio, i jihadisti dell’Isis sono riusciti a impadronirsi del quartier generale delle forze curde dell’Ypg a Kobane, la città siriana a maggioranza curda vicina al confine con la Turchia. Nella scorsa notte le milizie curde hanno respinto un assalto dei jihadisti dello Stato islamico al centro cittadino. L’Isis, lunedì scorso, era penetrato alla periferia di Kobane. Sul fronte iracheno, invece, potrebbe essere questione di una decina di giorni la caduta della provincia occidentale di Al-Anbar nelle mani dei jihadisti a meno che non venga lanciata subito un’azione militare. Fonti della difesa americana hanno definito “fragile la posizione dell’esercito iracheno nella regione” dove, inoltre, decine di raid condotti dagli Usa e dai loro alleati sono riusciti a impedire all’Isis la conquista della diga di Haditha.

L’Alleanza atlantica “sopra” l’intervento solitario-militare della Turchia. Da Ankara il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha ribadito che l’Alleanza atlantica non ha discusso l’eventualità di stabilire una zona di non sorvolo aereo a nord della Siria. Questa era stata la richiesta turca, che condiziona ogni suo intervento diretto alla creazione di una no-fly zone. “Non è realistico aspettarsi dalla Turchia che conduca da sola un’operazione terrestre” contro l’Isis in Siria, ha chiarito il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu. Ma l’ipotesi di una zona di non sorvolo è stata respinta sia da Damasco che dal suo alleato russo. Da Mosca hanno affermato che ogni decisione in tal senso deve essere prima approvata dal Consiglio di sicurezza dell’Onu.

Gli scontri in Siria continuano anche a ovest di Kobane, ma tra due fronti diversi: miliziani anti-regime, appoggiati da qaedisti locali e stranieri, contro forze lealiste siriane, sostenute da jihadisti sciiti iracheni e libanesi e da Pasdaran iraniani. Si combatte in queste ore a Handarat, a nord di Aleppo. Altri bombardamenti aerei si sono registrati oggi nella cintura attorno a Damasco, dove l’aviazione del regime del presidente Bashar al Assad ha centrato una folla in un mercato di frutta e verdura ad Arbin. I morti accertati, per lo più civili, sono 22 (tra cui quattro minori) e i feriti oltre cento. Altri uccisi si sono registrati nella regione meridionale di Daraa, ad Enkhil, e nei rioni orientali di Aleppo, dove con fatica i miliziani anti-regime resistono all’assedio congiunto dei lealisti e dell’Isis.

I dati e l’allarme dell’Onu. Infine, Staffan de Mistura, inviato delle Nazioni Unite per la crisi siriana, ha annunciato che ci sono circa 700 persone ancora intrappolate a Kobane. Queste centinaia di civili, in gran parte anziani, “rischiano di essere massacrati” se l’Is conquisterà la città. De Mistura, incontrando i giornalisti a Ginevra, ha affermato che bisogna scongiurare il rischio di “un’altra Srebrenica”, città dove migliaia di musulmani furono uccisi dalle forze serbo-bosniache nel 1995. Secondo l’inviato Onu, fatta eccezione per uno stretto passaggio che permette di entrare e uscire dalla città, Kobane è “letteralmente circondata” dall’Is. E tra i 10.000 e i 13.000 civili fuggiti dal centro della città si sono radunati in località a breve distanza.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :