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SIRIA: Le bugie dei “buoni” e il futuro dei “cattivi”

Creato il 17 dicembre 2012 da Eastjournal @EaSTJournal

Posted 17 dicembre 2012 in Occidenti, Slider with 0 Comments
di Valerio Pierantozzi

Ribelle Siriano

RUBRICA: Occidenti

Essere più realisti del re: è tipico di chi non ha opinioni proprie o il coraggio di affermarle. Così, gli stalinisti erano più “stalinisti” di Stalin e i gerarchi fascisti più “fascisti” del Duce. E lo stesso fa l’Italia con gli Usa.

Meno male che siamo i “buoni”…
Ecco quindi che il giorno dopo la dichiarazione degli Stati Uniti che riconosce ufficialmente i ribelli, arriva quella italiana in cui “la Coalizione nazionale degli oppositori siriani è indicata come unica legittima rappresentante del popolo siriano”.
La differenza è importante. Il giorno prima, l’11 dicembre, intervistato dal canale televisivo Abc, il presidente Barack Obama aveva definito l’opposizione come “rappresentante legittimo” del popolo siriano. Ma il ministro degli Esteri Giulio Terzi è andato oltre, riconoscendoli come “unici” legittimi.
È sempre bello notare come gli Stati “buoni” si arroghino il diritto di giudicare le situazioni interne degli Stati “cattivi”. È un vizio difficile da levarsi, a quanto pare.
Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov si è detto “stupito” dalla decisione americana, definendola in contrasto con gli accordi di Ginevra. “Evidentemente gli Usa hanno deciso di puntare tutto sulla vittoria armata della coalizione”, conclude. Ma in realtà non c’è niente di cui stupirsi: gli Usa proseguono semplicemente nella loro solita politica.

Dove sono le armi chimiche?
Si è fatto un gran baccano sui media di tutto il mondo rilanciando a più non posso l’allarme secondo cui Bashar al Assad stesse per usare le armi chimiche contro il suo stesso popolo. Vari articoli hanno riportato in successione queste informazioni: “Attenzione, ci sono movimenti sospetti di sostanze letali in Siria”, si è detto all’inizio. “Aiuto, l’esercito sta assemblando gli elementi che compongono il gas sarin per metterlo sulle bombe”. E infine: “Le armi chimiche stanno per essere caricate sugli aerei. Moriremo tutti!”. E le prove? Peccato, neanche una.
I giornali americani citano le classiche “anonime fonti di intelligence”. Lo stesso fa Debka File, che però dei servizi segreti israeliani è notoriamente la grancassa. I giornali italiani… beh, al solito: copiano.
I servizi segreti della Germania invece negano tutto (“The intelligence agency concluded the weapons were moved to ensure they were safeguarded and not as a preparatory step ahead of a chemical attack”). Ma loro non li ascolta nessuno.
Questa storia ricorda molto quella delle armi di distruzione di massa in Iraq. Allora come oggi si accusava il nemico di turno, inventando storie sull’arsenale del “cattivo” da eliminare. Ma ciò che è davvero scoraggiante è che allora come oggi la gente sembra crederci.
Stranamente, anche allora i servizi tedeschi smentivano Colin Powell. Chissà.

Eccole le armi chimiche!
Fermi tutti, errata corrige: ecco la prova che si stanno testando le armi chimiche. In questo video postato su YouTube si vedono dei siriani che provano delle sostanze velenose su due poveri conigli. Ops: sono i siriani sbagliati! Infatti sono membri dell’opposizione.
Certo, il video potrebbe essere un fake. Potrebbe essere stato confezionato dallo stesso esercito siriano per screditare i ribelli siriani. Certo, è una possibilità: tuttavia è un video, ed ha almeno la stessa credibilità che hanno le “fonti di intelligence” non verificate e non nominate dei giornali americani. Chi stabilisce a priori cosa è vero e cosa è falso?
Già dimenticavo: lo decidono i “buoni”. Fra qualche giorno magari Hillary Clinton sventolerà una boccetta trasparente all’Onu dicendo di avere prove sulle intenzioni del governo siriano. E noi ci crederemo.
Tra l’altro, sapete chi sono stati i primi a usare le armi chimiche in una guerra? Non gli iraniani e nemmeno i libici di Gheddafi. Ma gli inglesi: contro i turchi nel Sinai nel 1917.

Si prepara l’intervento. Alcune ipotesi
Il riconoscimento americano dell’opposizione potrebbe precorrere il diretto intervento militare statunitense contro il regime di Assad.
Oppure il casus belli potrebbe essere rappresentato proprio dalle armi chimiche. Ma non a causa di Assad. Infatti Obama ha dichiarato la brigata Jabhat al-Nusra come “organizzazione terroristica”. È quindi chiaro che se questo gruppo (che combatte fra i ribelli contro Assad) dovesse arrivare vicino ai depositi di armi chimiche, gli Usa sarebbero “costretti” a entrare in forze sul campo.
Ci potrebbe poi essere l’intervento Nato. Fonti russe affermano che si penserebbe a una classica operazione di peacekeeping con un esercito fra le 4mila e le 10mila unità. Solo che non si è ancora capito dove reperire le forze umane: “Bisognerebbe ricollocare qualcuno dei 115mila peacekeepers sparsi nel mondo”.
La Russia continua a spingere per una soluzione politica della questione, anche se forse più debolmente di prima. Tuttavia, alcuni fonti rivelano che per contrastare l’installazione dei Patriot americani nel sud della Turchia, il governo di Putin avrebbe o starebbe per fornire Assad un nuovo set di Iskander, i missili anti-Patriot.

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Tags: Bashar al Assad, guerra civile, guerra Siria, intelligence, intervento militare, opposizione siriana, ribelli siriani, Siria, Stati Uniti, Valerio Pierantozzi Categories: Occidenti, Slider


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