Reportage: Il sogno di Damasco. I giorni della tregua
A Darayya, una cittadina siriana a sud di Damasco, non si ha idea di cosa sia la tregua. Decine di civili hanno formato un cordone di emergenza: un SOS per far sapere al mondo che a Darayya non sono ancora pervenuti gli aiuti umanitari tanto attesi. In Siria la tregua indetta il 27 febbraio scorso si è affermata a macchia di leopardo, e Darayya è una di quelle città sotto assedio dove ancora imperversa la guerra. L’esercito governativo di Bashar al-Assad l’ha stretta in una morsa mortale da ormai tre anni. E da allora gli aiuti umanitari delle Nazioni Unite non sono arrivati alla popolazione civile ormai stremata. A Darayya si è ormai sull’orlo di una nuova crisi. Un uomo spiega come gli anni di guerra civile stiano aprendo le porte a una nuova fase di buio. “Non importa che abbiano indetto la tregua, se poi alcuni territori della Siria versano ancora sotto il regime o sotto le violenze del Califfato”. In molte vie di Darayya campeggia il nome di Yacou El Hillo, il coordinatore degli aiuti umanitari dell’Onu in Siria. La popolazione si domanda cosa abbia fatto finora Mr. El Hillo, dal momento che i civili sopravvivono ancora – a stento – in un assedio che pare senza fine. La gente comune si chiede perché le Nazioni Unite, che hanno siglato l’accordo di cessate-il-fuoco, trovino poi impossibile porre termine all’assedio di una città.
Intanto a Darayya nulla è cambiato dal 27 febbraio. Si continua a sparare. “I bombardamenti sono proseguiti come se la tregua non fosse mai stata firmata”. Per qualcuno Darayya rappresenta un’isola di terra all’interno della Siria, dove le scelte della comunità internazionale e l’accordo fra Stati Uniti e Russia non hanno mai avuto valore. Numerose donne e diversi bambini hanno preso parte all’SOS per mostrare le condizioni della città. “Il mondo intero deve sapere” racconta un uomo, “che a Darayya non ci sono soltanto i ribelli e i gruppi del terrore ma anche le milizie di Assad”. La presenza delle truppe governative è motivata dal fatto che – secondo i vertici del governo di Damasco – la città di Darayya è la roccaforte del gruppo islamista Jaysh al-Islam, al pari di Raqqa per lo Stato islamico.
Dal giorno in cui è stata indetta la tregua in Siria, le Nazioni Unite hanno inviato 536 camion carichi di aiuti umanitari verso 18 città siriane per un totale di quasi 240mila civili. Stando alle parole del coordinatore degli aiuti umanitari dell’Onu in Siria, Yacou El Hillo, l’obiettivo delle Nazioni Unite è quello di “raggiungere 870mila civili siriani, arrivando nelle città di Deir el-Zor, Douma, East Ghouta e Harasta, proseguendo poi in quelle aree a nordest di Aleppo dove ancora gli aiuti umanitari non sono pervenuti”.
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