→ Lunedì 2 settembre, le autorità francesi hanno pubblicato un rapporto di nove pagine sul programma delle armi chimiche della Siria. Nel documento si sostiene che il regime di Bashar al-Assad ha eseguito almeno tre attacchi chimici in Siria, in un arco di tempo che va dal mese di Aprile fino al 21 Agosto.Pertanto, ufficialmente, la Francia dà per certo che l'attacco chimico del 21 agosto alle porte di Damasco sia stato commesso dal regime di al-Assad. Le autorità francesi contano 281 morti. Cifra inferiore a quello sostenuta da Washington, che si proietta oltre i 1400 morti.
La Francia di Hollande è ad oggi l'unico paese europeo disposto ad appoggiare un eventuale attacco americano in direzione siriana.
→ Il 3 settembre il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu comunica al presidente Vladimir Putin il lancio di due missili balistici avvenuto nella zona del Mediterraneo,; lancio rilevato dai radar russi alle 6.16 GMT.
Ore più tardi la conferma del presidente israeliano Netanyahu: si tratta di test missilistici israeliani portati avanti con la collaborazione USA.
La Russia mantiene la linea no-war. Putin tuttavia fa sapere che un'eventuale azione contro la Siria sarà portata avanti con consenso dell'Onu, e soltanto dopo che sarà dimostrata la colpevolezza di Damasco.
Intanto, all'aggravarsi della situazione, 250 organizzazioni della società civile araba scrivono una lettera al presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e a quello russo, Vladimir Putin, invocando negoziati di pace.
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