(Segue da prima parte)
La febbre di competizione sui mercati internazionali, in vista di un grande mercato unico europeo, fu causa di acquisizioni, fusioni e incorporazioni tra banche a qualsiasi costo. Questo processo portava ad aumentare notevolmente la loro redditività, aumentavano i patrimoni e si ridimensionavano i costi (pensiamo per esempio alla chiusura di filiali doppie sulla stessa piazza ed al licenziamento del personale in esubero). Si sono così formati negli anni i gruppi bancari di oggi e allo stesso tempo si sono verificati i grandi scandali finanziari che hanno portato alla rovina migliaia di risparmiatori.
La necessità di conseguire utili e rendimenti sempre maggiori ha spinto il sistema bancario a trovare nuove aree da dove trarre profitti senza correre rischi. Per questo motivo sono apparse nuove commissioni, nuovi oneri e costi per dei servizi che in molti Paesi sono gratuiti. Nel contempo sono proliferati i prodotti fregatura per la gestione del risparmio, applicandovi
inoltre commissioni esagerate a tutto vantaggio dei bilanci delle banche.
Ma il sistema bancario trova la punta massima di questo “disonesto” arricchimento ai danni dei risparmiatori, quando si è deciso di utilizzare il budget come strumento per coinvolgere tutti i dipendenti della banca, dai funzionari ai cassieri, per “costringerli” a vendere a tutti i costi prodotti e servizi per il raggiungimento di certi traguardi. Con il budget, infatti, si stabiliscono a priori i risultati che il gruppo bancario deve conseguire per massimizzare il suo guadagno. Al raggiungimento del budget, tutti ottengono dei premi, che vanno dagli incentivi in denaro a viaggi in località esotiche, passando per gli orologi e penne d’oro e quant’altro, per il solo motivo di essere riusciti a far sottoscrivere a ignari riparmiatori, ad esempio, un determinato plafond di index linked.
Tutto ciò va anche a discapito della consulenza che dovrebbe essere offerta ai clienti. Diventa una fredda vendita, con la conseguenza che anche i dipendenti della banca sono sottoposti ad uno stress non indifferente, ad una pressione costante che li rende frustati e insofferenti, perchè consapevoli di portare ricchezza solo alla banca e di non essere “sereni” davanti al cliente, essendo coscienti di non soddisfare le sue esigenze. Ma i risparmiatori prima o poi si accorgono dell’inganno, ed ecco come conseguenza venire fuori l’effetto collaterale, cioè viene meno la fiducia che riponevano nelle banche o nelle persone che vi lavorano, e non si fidano più di quello che viene loro raccontato o offerto allo sportello.
Cosa farà ancora il sistema bancario, da qui a vent’anni, per sopravvivere economicamente?