Nonostante sia molto difficile reperire informazioni sull’evoluzione del sistema monetario internazionale dagli organi di stampa italiani, di volta in volta, cercando nella stampa estera, qualcosa si riesce a sapere.
La crisi finanziaria ed economica ha messo in discussione definitivamente il sistema “capitalista” e, va da sé, che con esso cadranno progressivamente tutti i suoi capisaldi, tra cui l’egemonia del dollaro come moneta di riferimento, le Istituzioni finanziarie e l’intera architettura del sistema…
Qualche giorno fa ho pubblicato un post che raccontava di una serie di progetti, di paesi africani, tra questi la Libia. Sembrerebbe che il continente nero, almeno alcune sue nazioni, abbia intenzione di avvicinarsi ad una integrazione monetaria, con il ricorso ad un’unica moneta e alla costituzione di un Fondo Monetario Africano. Tra questi la Libia. E non sono in pochi a sostenere che le motivazioni dell’intervento Nato in Libia, in particolare della Francia, abbiano la volontà di boicottare od impedire tale piano.
Tuttavia, anche nei paesi dell’America Latina si parla, di volta in volta, di simili riforme del sistema finanziario e monetario.
Il 13 Settembre, Hugo Chavez, da molti considerato poco affidabile politicamente, ha difeso ed affermato l’integrazione finanziaria e l’indipendenza dal dollaro. In sintesi si parla di un nuovo ordine finanziario internazionale volto ad una progressiva integrazione tra le nazioni del continente, per realizzare la propria indipendenza dal dollaro.
Chavez afferma: “La crisi capitalista mondiale conferma l’importanza di progetti come le banche dell’Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America (ALBA) e del Sud, il SUCRE e altri che costituiscono idee strategiche in cui stiamo lavorando da qualche anno”.
Nei paesi dell’America Latina esiste un Sistema Unico di Compensazione Regionale (SUCRE) di pagamenti, da parte dei paesi dell’ALBA come la Bolivia, Cuba, Ecuador e Venezuela, per le operazioni commerciali.
Chavez lancia l’ipotesi di far si che questa moneta, ora virtuale, possa un domani diventare fisica, cioè circolante, sopratutto per il grande interesse che ha suscitato anche da parte di altre nazioni. Ovviamente, il Presidente Venezuelano, ha associato questo processo ad una critica all’attuale predominanza del dollaro.
Nello stesso articolo, apparso su “Prensa Latina” si afferma che anche Russia e Cina stiano lavorando per il riconoscimento delle loro valute per lo scambio. E che Muammar Gheddafi aveva promosso il “dinar” africano e una banca centrale in quel continente. Su questa vicenda Chavez ha le idee chiare: l’intervento in Libia è legato esclusivamente a questo progetto.
Le sue affermazioni, non finiscono qui. Chavez lancia anche un allarme. Le grandi disponibilità di liquidità, di oro e di petrolio del Venezuela, lo rendono bersaglio di minacce e di aggressioni. Il Venezuela ha 100 miliardi di dollari di riserve. Troppe per le dimensioni del paese. Ecco perché si è deciso di trasferirne una parte nel Fondo di Sviluppo Nazionale.
Dalla nascita dell’Euro, si può affermare che i tentativi di riorganizzazione dei mercati mondiali si sono mossi verso l’affermazione della scala continentale, su quella nazionale. Tuttavia, le continue aggressioni della speculazione nei mercati finanziari e le aree destabilizzate militarmente incidono in maniera significativa perché questi piani possano realizzarsi nel giro di breve termine.
Da più parti si parla anche di una “idea”, quella di sostituire il dollaro con una nuova moneta di riferimento per Stati Uniti, Canada e Messico. I complottisti la chiamano “Amero”, ma non solo loro.
Tuttavia, solo attraverso l’affermazione di una volontà politica internazionale di sostegno allo sviluppo di sistemi economici e finanziari continentali, questi scenari potrebbero diventare plausibili.
Il problema di fondo, però, rimane. La globalizzazione impone un mercato su scala mondiale e non continentale ed una gestione pianificata e programmata dell’economia, che attualmente si manifesta sotto forma di potere “economico” o, in alternativa “militare”.
Eppure, l’integrazione degli Stati nazionali su scala continentale potrebbe essere un sistema per ristabilire un principio, quello di uguaglianza tra popoli e nazioni, rompendo le presunzioni di supremazia e di controllo sulle risorse altrui tipiche del colonialismo o del capitalismo multinazionale selvaggio.
Cosa ci riserverà il futuro è sempre un’incognita, che fa parte del mistero della vita, tuttavia “euro”, “dinar”, “sucre” e “amero”, potrebbero essere i nostri prossimi compagni di ventura, o di sventura…





