Scontri e tensione nella capitale del Burundi dove centinaia di persone sono scese in piazza due giorni fa per protestare contro la decisione del partito al potere di ricandidare, per un terzo mandato, Pierre Nkurunziza alle prossime presidenziali del 26 giugno.
La polizia è intervenuta con gas lacrimogeni per disperdere la folla. E due manifestanti sono morti.
Migliaia di burundesi hanno già lasciato il Paese per paura di violenze.
E la fuga presenta tutte le attenuanti del caso in quanto è il partito dell'attuale presidente quello che detta legge.
Per i dissenzienti ci sono sparizioni, violenze gratuite e carceri.
Inoltre la stessa opposizione non è compatta e questo è male.
Un male che può indurre a gesti disperati.
Mentre sarebbe opportuno che il Paese non vedesse affatto allontanarsi quella che chiamiamo prospettiva democratica.
E questo specie considerando l'avvenire prossimo delle giovani generazioni, in quanto i giovani in Burundi sono tanti e in buona parte scolarizzati e hanno diritto ad un futuro decisamente migliore di quello dei loro padri.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)