Il tema su cui il partito di Marco Pannella
ed Emma Bonino sollecita da mesi una discussione è quello delle carceri, istituzione martoriata ed in stato di illegalità ormai da tempo. La sovrappopolazione nelle carceri ha raggiunto livelli di negazione dei diritti umani, con decine di suicidi tra i detenuti. Le condizioni igieniche sono spaventose e la mensa di una sciatteria intollerabile.
Ora, è senz’altro giusto che chi commette un reato sconti una pena in regime di privazione della libertà, ma c’è modo e modo di mettere in atto le sentenze dei tribunali. Le strutture carcerarie non sono in grado di consentire una detenzione umanamente sopportabile, ma nessuno in Italia se n’è mai preoccupato, lasciando che queste si trasformassero in immondezzai sociali, in barba al ruolo di rieducazione alla vita comunitaria che invece dovrebbero svolgere. Nessuno tranne i Radicali, che, con l’azione non violenta di sciopero della fame e della sete condotta da Pannella e da altri esponenti del partito (cui si sono uniti detenuti, direttori delle carceri e avvocati), hanno trovato una sponda nel capo dello Stato, Giorgio Napolitano.
Le sollecitazioni del Colle e la tenacia dei Radicali sono valse il successo nella raccolta delle firme che costringerà il Parlamento a riflettere su questo problema. Inoltre, il partito ha già redatto un emendamento alla manovra in cui propone l’amnistia per fermare lo stato di noncuranza da parte dello Stato italiano nel trattamento della popolazione detenuta. Al momento, quella dell’amnistia è l’unica proposta sul tavolo, e la matematica dà ragione ai suoi sostenitori: solo il 30% di chi esce di prigione per amnistia torna in carcere, contro il 60% di chi esce a fine pena.
Ma il piano proposto dal Ministro Alfano al Consiglio dei Ministri nel mese di gennaio 2010 per risolvere la drammatica situazione delle carceri, che fine ha fatto?
Written by Frenchi