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Un disco fondamentale nella scena hc italiana più recente: Nerorgasmo, Negazione, Wretched, e ora Skruigners. forse gli ultimi sopravvissuti di uno stile vero, al di là delle mode e delle classificazioni per genere.
quella stessa scena, infatti, è stata più volte criticata aspramente dalla stessa band, che ne ha coerentemente denunciato la sterilità e preso debitamente le distanze. per la verità i richiami ai gruppi sopracitati non mancano di certo, ma si intravedono diverse influenze provenienti dal thrash metal come dal rock in generale che non potranno che far piacere. in fondo, sono proprio quelle che rendono più intensa ogni singola nota, ogni singolo tocco di batteria di carlame ed ogni singolo respiro di Ivan.
Un disco vario, compatto, durissimo, che nasce (a mio avviso) dalla lucida constatazione di chi vive una realtà insoddisfacente ed è dotato di una forma di iper-sensibilità: un difetto per taluni, un pregio in scenari minoritari.
quella sensibilità che dovrebbe caratterizzare un essere umano dalla nascita alla morte e che, troppo spesso, viene ad essere rimpiazzata da buonismo di facciata, ipocrisia, paraculismo e molto altro (purtroppo). quella sensibilità, dicevamo, trova nei testi e nella scenografia musicale degli skruigners un habitat naturale: hc old school riveduto, ampliato, corretto ed aggiornato.
un disco liberatorio, scevro da intellettualismi di sorta e ricercatezza travestita da grezzismo, lontano mille miglia da prese di posizione aprioristiche: insomma, un disco vero. gli skruigners danno forse il meglio di sè, proponendo una musica definitivamente catartica proprio perchè non per tutti i palati.
Anche le sole “rispetto”, “streghe” e “castelli di rabbia” valgono da sole il prezzo del CD.le invettive contro l’umanità, intelligentemente anti-religiose, esprimono la voglia di far saltare in aria l’aridità, le convenzioni, i costrigimenti per vivere con rabbia ed equilibrio la propria vita assieme al mondo che, nostro malgrado, ci circonda.
come appaiono patetiche le falsità di chi cerca ad ogni costo di scavarti la fossa, dopo aver assimilato un disco del genere…
PS: piccola nota personale: al bando l’obiettività e la ricerca del capello fuori posto, questo disco è uno di quelli a cui sono particolarmente legato, poichè ha accompagnato, come il migliore amico che abbiate mai avuto, un momento molto difficile della mia vita.
"discriminazione: regola del gioco...
ma in mezzo a tanti santi
resta chi si fida poco"