Dopo una lunga attesa arriva il nuovo capitolo delle avventure dell’agente 007 James Bond, Skyfall diretto dal bravissimo Sam Mendes. Come già vi avevo detto, aspettavo con una certa ansia l’uscita di questa pellicola perché, con l’arrivo di Daniel Craig, 007 è diventato per me un appuntamento fisso, complice il colpe di fulmine con Casinò Royale (di Martin Cambell, 2006). Devo ammettere che Quantum of Solace (di Marc Forster, 2008) non era stato propriamente all’altezza del capitolo precedente, che per me resta il migliore in assoluto, ma devo dire che Sam Mendes è riuscito a creare qualcosa di davvero unico.
Avevo intenzione di scrivere una breve sinossi, ma poi ho pensato che in film come questo ogni dettaglio deve essere scoperto scena per scena per non non rovinare la visione. Mi concentrerò quindi sulle mie impressioni generali.
Il film mi è piaciuto moltissimo, c’è poco da dire. Mi ha entusiasmato dalla prima scena senza alcun calo per tutti i 145 minuti di proiezione. Il tocco magico di Sam Mendes è riuscito a rendere struggente persino un film d’azione: lo straordinario gusto per la fotografia del regista britannico è una costante davvero suggestiva nel film, dalle inquadrature sui tetti di Shangai al Golden Dragon Casinò di Macao (sapientemente ricostruito negli Pinewood Studios di Londra, grazie anche al lavoro degli artigiani venuti di proposito dalla Cina), dall’incendio della magione della famiglia Bond, Skyfall, alle fughe in una caotica Londra.
Il mosaico del personaggio di Bond, sempre impavido, come il “007 code” prevede, eppure tormentato e dubbioso, così come la nuova trilogia con il volto di Craig ci ha insegnato a vederlo, acquista un tassello in più: racconta qualcosa del suo passato e al contempo definisce il suo carattere, inossidabilmente fedele alla Patria e al suo capo, M, anche quando la realtà lo travolge in tutta la sua durezza. La monolitica espressione di Craig si plasma sulle emozioni del suo personaggio: impenetrabile durante l’azione, sbeffeggiante davanti al cattivo di turno e sensuale con le belle. La mia preferita è quella che assume quando la sua storica Aston Martin viene fatta saltare in aria: impagabile il suo sguardo d’odio.
Il villain è Silva, interpretato da uno Javier Bardem in stato di grazia: il suo aspetto, il suo modo di parlare e di muoversi, le sue strategie, tutto concorre a tracciare il profilo di un folle, ambiguo e violento psicopatico segnato da un passato terribile, pronto a vendicarsi senza pietà con chi lo ha portato a diventare il mostro che si ritrova ad essere. Un’interpretazione che si può perfettamente riassumere in una parola: magistrale!
Ho apprezzato moltissimo il carattere filologico di questo film che vanta innumerevoli citazioni agli episodi precedenti. Una sorta di ritorno alle origini, testimoniato anche della splendida chiusura del film in cui 007 si reca a ricevere direttive per la prossima missione dal suo nuovo capo M, che ritorna ad essere un uomo (interpretato ora dal mio amatissimo Joseph Fiennes) dopo il lungo capitolo in cui vedeva Judi Dench in questa parte: la scena si svolge nell’ufficio di M dove Bond flirta con la segretaria miss Moneypenny, com’era negli episodi fino al 2002. Si tratta inoltre della più ‘britannica’ tra le pellicole con Craig, infatti gran parte dell’azione si svolge tra Londra e la Scozia, tra inseguimenti nella City e fughe nella selvaggia brughiera.
Anche le musiche non lasciano a desiderare: dopo la sigla di Casinò Royale, “You know my name”, cantata da Chris Cornell e creata graficamente dallo storico designer di 007 Daniel Kleinman, e quella di Quantum of Solace, “Another way to die”, interpretata da Jack White e Alicia Keys ed illustrata da MK12, questa volta ci troviamo una intro della magnifica Adele che canta “Skyfall” sopra alle illustrazioni di, ancora una volta, Kleinman, caratterizzate da un’atmosfera gotica, un po’ come lo spirito del nuovo Bond. Non ho trovato video in buona qualità dell’ultima sigla, ma vi lascio i video dei primi due perché sono due piccoli capolavori grafici.
“You know my name” by Chris Cornell from Casinò Royale
“Another way to die” performed by Jack White and Alicia Keys from Quantum of Solace
Parlando di cose più frivole, balzano agli occhi gli elegantissimi completi dal taglio sartoriale di 007, creati appositamente da Tom Ford; eppure la parte in assoluto più glamour è in scena al Golden Dragon Casinò a Macao, quando fa il suo ingresso in scena la Bond Girl Sévérine, una splendida Bérénice Marlohe, fasciata in un abito di pizzo e velo nero tempestato di cristalli e con un raffinatissimo trucco da vera diva.
In conclusione mi è piaciuto molto ed ho apprezzato molto lo sforzo del grande Mendes di creare qualcosa di più ricercato del classico film d’azione, sforzo peraltro decisamente ben riuscito.
Avete visto Skyfall? Cosa ne pensate?