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SLAYER: le aspettative per ‘Repentless’ non sono proprio altissime

Creato il 22 giugno 2015 da Cicciorusso

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Lo ribadisco: non ne sto facendo una questione di principio. La decisione della band di continuare l’attività in studio dopo la morte di Jeff Hanneman mi era dispiaciuta ma non ho più 15 anni e non pretendo che i miei gruppi preferiti operino le loro scelte secondo quel che gira a noi piccoli fan. A parlare saranno i pezzi di Repentless, fuori il prossimo 11 settembre (allegria). Il guaio è che i tre brani anticipati finora suonano sciatti e noiosi a prescindere da quanto possa starvi sulle palle Kerry King. Implode decollava solo con il ritornello, When the stillness comes è probabilmente la canzone più brutta uscita a nome Slayer, mentre la title-track, diffusa lo scorso fine settimana, si fa pure ascoltare ma sembra la sorella scema di Flesh Storm. E il sottoscritto è uno al quale i dischi dei losangelini piacciono tutti.

L’alchimia malevola tra King e Hanneman, due personalità diversissime tanto dal punto di vista umano che compositivo, era esattamente ciò su cui era costruita l’identità degli Slayer. King era la furia cieca e strafottente, quello che prima ti prende a pugni in faccia e poi ti chiede cosa cazzo vuoi, quello del satanismo a buon mercato e delle sparate politicamente scorrette. Hanneman era l’anima nera, quello introverso che non sorrideva mai, con un maggiore senso della melodia e un gusto più spiccato per le atmosfere oscure e morbose. In un disco scritto tutto da King, queste ultime componenti non ci saranno o, quantomeno, non verranno sviluppate in maniera adeguata. E lo ha dimostrato proprio When the stillness comes, un tentativo maldestro di scrivere un pezzo “alla Hanneman” (l’ispirazione palese è Playing with dolls) che non ha funzionato prima di tutto perché quel genere di soluzioni non sono nelle corde di King.

Quanto alla polemica sulla risposta data dal pelatone a un giornalista che gli aveva chiesto se lo spirito del defunto chitarrista fosse presente in Repentless, la vedo solo come un ulteriore segnale di quanto il pensiero unico politically correct stia contagiando sempre più anche i metallari. “Hanneman è cibo per i vermi, quando muori finisci in terra” le testuali parole. A me sembra esattamente quello che gli Slayer ci hanno sempre insegnato. Kerry King è fatto così e gli Slayer sono quello che sono anche perché Kerry King è fatto così. Non sarà simpatico ma, se pretendete rispetto e garbo da un soggetto simile, forse non avete inquadrato bene il personaggio (Ciccio Russo).



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