SLOVACCHIA (4-2-3-1): Mucha; Pekarik, Skrtel, Durica, Zabavnik; Strba (dal 42’ s.t. Kopunek), Kucka; Stoch, Hamsik, Jendrisek (dal 49’ s.t. Jendrisek); Vittek (dal 47’ s.t. Sestak). (Pernis, Cech, Salata, Weiss, Sapara, Kuciak, Holosko, Jakubko, Kozak). All. Weiss.
ITALIA (4-3-3): Marchetti; Zambrotta, Cannavaro, Chiellini, Criscito (dal 1’ s.t. Maggio); Montolivo (dall’11’ s.t. Pirlo), De Rossi, Gattuso (dal 1’ s.t. Quagliarella); Pepe, Iaquinta, Di Natale. (De Santis, Bonucci, Bocchetti, Palombo, Marchisio, Camoranesi, Gilardino, Pazzini). All. Lippi.
ARBITRO: Webb (Ing).
NOTE: spettatori 53.412. Espulsi. Ammoniti Strba, Cannavaro, Vittek, Pekarik, Chiellini, Pepe, Mucha, Quagliarella. Recupero: 3’ p.t., 4’ s.t.
Disastro Italia. Appena due parole, pienamente sufficienti per spiegare cos'è accaduto all'Ellis Park di Johannesburg: una squadra senz'anima, vestita d'azzurro e con un pacchiano distintivo sul petto a ricordare il titolo mondiale, che soccombe alla frizzante Slovacchia, esordiente in Coppa del Mondo. Siccome ci sarà tempo e spazio per spiegare la disfatta italiana, meglio passare al commento della partita.
I primi minuti sono agghiaccianti: un'Italia impaurita lascia l'iniziativa agli slovacchi, che gestiscono il pallone in attesa del movimento tra le linee di Hamsik, assai mobile in avvio di partita salvo poi spegnersi col passare dei minuti. Lippi, che si scervella per rimettere in sesto i suoi, cambia moduli e posizioni con inaudita frequenza: il 4-3-3 iniziale si tramuta in 4-4-2, Montolivo e Gattuso si scambiano la posizione così come Pepe e Di Natale. Le manovra tattiche avversarie non distolgono la Slovacchia dalla partita, condotta con sapienza e senza timori di sorta perché il De Rossi regista non rende e Montolivo risulta pesantemente limitato dalla posizione esterna ricoperta nel centrocampo a tre. I guai italiani non si limitano esclusivamente alla linea mediana: la spinta di Criscito non arriva, mentre Cannavaro è in affano e Di Natale fatica a trovare la posizione ideale; Iaquinta, di cui Lippi si fida ciecamente, è praticamente nullo. Con dei simili presupposti, il gol slovacco diventa questione di minuti. Perché Vittek batta Marchetti è però necessaria una follia difensiva: De Rossi serve Montolivo nel proprio terzo difensivo, ignaro del fatto che la linea di passaggio sia ostruita; Kucka intercetta la sfera e su di lui si avventa Chiellini, scriteriato nello svuotare la propria zona di competenza in cui si avventa Vittek che, complice il tardivo recupero di Criscito, fredda Marchetti con il destro. L'Italia sbanda paurosamente, senza idee né convinzioni. La gara arranca fino al 45', il duplice fischio dell'arbitro è una manna dal cielo per gli azzurri.
Al rientro in campo delle squadre si notano due novità: Maggio e Quagliarella prendono il posto di Criscito e Gattuso, andando a delineare un 4-2-4 che sa di arrembaggio ma anche di disperazione. I due neoentrati portano brio alla manovra azzurra: più dediti al dialogo (favorito anche dall'ingresso in campo di Pirlo), gli uomini di Lippi creano qualche apprensione alla difesa slovacca per cui i maggiori pericoli arrivano da sinistra, dove Quagliarella punta costantemente l'avversario. A furia di attaccare, l'Italia finisce con lo sbilanciarsi e subire in contropiede: Chiellini salva due volte. Non tre: in ritardo su Vittek, 2-0 per la Slovacchia. Qui saltano gli schemi, e succede davvero di tutto. Di Natale riapre la partita infilando Mucha dopo una bella combinazione tra Iaquinta e Quagliarella, cui viene pure annullato il gol del pareggio. Sul fronte opposto Kopunek prende d'infilata la difesa azzurra ed uccella Marchetti, ma l'invenzione di Quagliarella (assurdo pallonetto, assurdo) concede all'Italia ancora qualche istante di speranza. A questo punto il Weiss allenatore (c'è suo figlio in panchina) si gioca due sostituzioni, ed i suoi si rendono protagonisti di numerosi svenimenti: loro perdono tempo, Pepe perde l'appuntamento con il pallone del 3-3. Italia a casa.
ANTONIO GIUSTO
Fonte: Blog Mondiali di Calcio 2010