È stata presentata a Milano, al Palaghiaccio, la nuova guida firmata da Slow Food, Slow Wine.
Un traguardo importante che ha segnato una diversa metodologia di lavoro e un dispiegamento di forze non indifferente.
L’idea di una guida era nata all’incirca cinque anni fa, con la voglia di creare qualcosa che fosse davvero innovativo, poi il “divorzio” da Gambero Rosso, il lutto da metabolizzare e i relativi giorni di “incertezze” hanno rallentato questo progetto, che oggi arriva in libreria in tutta la sua essenziale e curiosa sostanza.
La grande peculiarità è di certo il fatto, che Slow Wine è una guida da leggere, perché racconta storie di Vita, Vigne e Vini in Italia (come recita il sottotitolo) e lo fa senza avvalersi dei soliti punteggi, delle solite votazioni. Una cosa che potrebbe far gridare allo scandalo gli addetti ai lavori ma che invece dimostra di essere la vera e propria forza di questa nuova pubblicazione. L’assenza di numeri infatti è pienamente compensata (e surclassata) dalla qualità del racconto delle tre V di cui sopra e le storie sono assolutamente vissute sul campo. Infatti, proprio per avere il massimo dell’onestà e della veridicità, un pull di oltre cento persone (prese da tutta la rete di S.F. compresa l’associazione, rendendo la guida associativa a tutti gli effetti) è stato istruito circa le caratteristiche da ricercare e poi sguinzagliato in giro per l’Italia.
Si è sviluppato così un processo creativo-sensoriale che va al di là delle qualità stesse di un vino perché riesce a raccontare tutto di quel vino, in una fotografia che racchiude l’essenza stessa della storia dell’azienda, che diventa vera e propria protagonista. Ovviamente impressioni, gusti, racconti che invogliano il lettore, che suggeriscono, incuriosiscono.
Piccolo particolare poi è che l’idea di non usare i voti poi è stata suggerita da Jonathan Nossiter, che quando ha saputo di questa iniziativa ha pregato di non usare i numeri, sostituiti dai curatori da valutazioni che dividono le bottiglie in Vini Slow Food (che rispecchiano i principi essenziali di SF), Grandi Vini ( i più interessanti secondo i degustatori) e I Vini Quotidiani (quelli con il miglior rapporto qualità- prezzo).
Ne esce così un volume unico, che tra qualche anno riuscirà sicuramente a regalare belle sorprese, in quanto verrà affinato nel vero senso del termine.
Alla fine di tutto abbiamo potuto degustare, oltre agli splendidi salumi, formaggi e pane, i vini delle aziende che hanno ottenuto il riconoscimento di Grande Vino e del Vino Quotidiano, di cui segnaliamo con nostro grandissimo piacere tre che ci hanno colpito:
CA’ DEL BOSCO con il FRANCIACORTA DOSAGE ZERO 2005
MARANGONA con il LUGANA 2009
NINO NEGRIcon l’INFERNO 2006
Una serata a cui ne seguiranno altre, perché Slow Wine va in tour, per farsi conoscere e per far conoscere a più persone possibili le storie di Vita, Vigne e Vini della nostra Italia.
Buona scelta
IBD