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Slowdive - La bibbia dello shoegazer

Creato il 12 settembre 2010 da Lesto82

 

 

LO SPELEOLOGO

di NICOLAS ICARDI

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Gli Slowdive sono un gruppo musicale britannico formatosi a Reading nel 1989. Rappresentano l'ala più romantica della corrente denominata "shoegazer"(“colui che si guarda le scarpe”) sviluppatasi nel Regno Unito nella seconda metà degli anni 80. La loro miscela che traeva spunto sia dal dream-pop dei Cocteau Twins (su cui torneremo in futuro) che da dilatazioni sonore post-rock (alla The Jesus and Mary Chain) si rivelò assolutamente incendiaria, trovando l'espressione definitiva nell’illuminante “Just for a Day”, Lp targato 1991. Il disco e` una delle conquiste più ardite del rock britannico di sempre.A forgiarlo, 5 ragazzi poco più che ventenni, Neil Halstead (voce, chitarra, tastiere), Rachel Goswell (voce, chitarra) Christian Savill (chitarra) Nick Chaplin (basso) Simon Scott (batteria).
Da "Just for a Day" ho estratto 3 tracce:
"Catch The Breeze", è la purezza, la distensione, la magia del sound shoegaze, è forse il capolavoro dell'album grazie soprattutto al finale teso ed etereo. E' una melodia malinconica, sconsolata, di immediata presa emotiva, finché come dal nulla si leva un vento "cosmico", culminante in una coda strumentale che non ha più nulla di musicale, ma che è puro rapimento emozionale, con i feedback delle tre chitarre talmente spinti all'estremo da non ricordare più nemmeno lontanamente il suono di chitarra, somigliando più a una sinfonia di tastiere ambientali.Nell’ultimo minuto la sensazione è quella di spiccare il volo.
“Erik’s Song”, è una delle perle del disco,che rinuncia alle parole e al ritmo, avvicinandosi alle magie di Brian Eno (che non ha caso fu entusiasmato dal gruppo,tanto da offrirsi lui stesso come collaboratore nel secondo album "Souvlaki"). E' un pezzo praticamente ambient, con riverberi sonori e un piano ovattato in lontananza. Si tratta di una parentesi, ma in realtà è improprio definirla così perché suona naturalissima ed è come una progressione naturale del suono del gruppo. Le sue atmosfere rarefatte e la caratterizzazione ambient, saranno il marchio di fabbrica di numerosi complessi a venire, ispirando gruppi come Sigur Ros e Mogwai.
"Ballad of Sister Sue" Chitarre e violini. Ritmi pop decadenti, note spente e calde, il picco della malinconia c'è forse in questa traccia, con un testo colmo di malessere che fa riferimento anche al suicidio e alla depressione.
Infine "Shine",traccia presente nell'EP "Holding Our Breath" del 1991, tra voci angeliche, armonie zuccherose e chitarre tintinnanti è lo zenith del loro romanticismo sognante.
Aver ascoltato questa meraviglia musicale in cuffia rimarrà una delle esperienze più spasmodiche della mia vita e spero anche della vostra. Buon Ascolto.

 

pagina WIKIPEDIA Slowdive

 

CATCH THE BREEZE - 1991

 

ERIK'S SONG - 1991

Audio

 

BALLAD OF SISTER SUE - 1991

 

SHINE - 1991

 

ANCHE QUI

 

Domenica prossima :ritrovamenti dal sottosuolo Italico...


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