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Smartphone e Malala, ecco la “Buona maturità” renziana

Creato il 17 giugno 2015 da Andrea86
La prima volta di Calvino nella nuova maturità. Tema dedicato a Malala Yousafzai, lo smartphone nel saggio tecnico. Ma così com’è l’esame non funziona
Lidia Baratta
Smartphone e Malala, ecco la “Buona maturità” renziana(Flickr/Caterina)
La prima volta di Italo Calvino, la resistenza, Malala e il diritto allo studio, gli smartphone e le sfide del ventunesimo secolo. Secondo Daniele Grassucci, direttore del portale Skuola.net, le tracce della prima prova della maturità 2015 consegnate ai 489.962 studenti ammessi «riprendono temi molto renziani. Si vede che siamo sotto la Buona scuola. Quest’anno potremmo definirla “la buona maturità”».
Analisi del testo. Per la prima volta dall’inizio della nuova formula della maturità compare Italo Calvino. Il brano scelto per l’analisi del testo è tratto da Il sentiero dei nidi di ragno del 1947. «È stata rispettata l’alternanza tra poesia e prosa», spiega Grassucci. «Nella narrativa è molto probabile che nei programmi scolastici si riesca a trattare Calvino, anche se non è detto, essendo un autore recente. Ma la prova dell’analisi del testo è strutturata in modo che si possa svolgere indipendentemente dalla conoscenza dell’autore». In ogni caso, «la prosa per gli studenti risulta più semplice della poesia, anche se nasconde delle insidie in quanto non sono presenti le classiche figure retoriche che si studiano per i versi di poesia». La previsione è che a scegliere l’analisi del testo «sarà come al solito il 10-15%».
La Resistenza. Il tema storico è dedicato alla Resistenza con un brano di Dardano Fenulli, generale vittima dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. «È un tema azzeccato nel toto maturità, visto l’anniversario dei settant’anni dalla liberazione dal nazifascismo», spiega Daniele Grassucci. «Anche se potrebbe rappresentare un problema, visto che un numero consistente di ragazzi non arriva a finire il programma di storia del Novecento». Quello storico, comunque, resta «il tema più ostico e sarà scelto al massimo dall’1-2%». La formula del tema negli ultimi anni risulta sempre meno battuta rispetto al saggio breve. «Il saggio breve è più semplice: prendi i testi proposti e li rielabori».
Malala Yousafzai. «Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo». Il tema di carattere generale parte da una citazione dell’attivista pakistana premio Nobel per la pace 2014 per riflettere sul diritto allo studio. «È un tema molto renziano, si vede che siamo sotto la “Buona scuola”», commenta il direttore di Skuola.net. «Così come sono molto renziani il saggio sulle sfide del ventunesimo secolo per l’ambito socio-economico e quello delle nuove tecnologie per l’ambito tecnico scientifico. Potremmo chiamarla la “buona maturità”».
Lo smartphone e le sfide del XXI secolo. Ossessione del presidente del Consiglio Matteo Renzi, che non si separa mai dal suo iPhone, lo smartphone compare nella traccia del saggio in ambito tecnico-scientifico. I brani proposti, tra cui quelli di Maurizio Ferraris e Daniele Marini, analizzano l’evoluzione delle relazione sociali grazie agli smartphone, la cultura del “sempre connessi”, il controsenso della solitudine nel momento in cui l’utente non è raggiungibile e l’annullamento della separazione tra vita privata e vita lavorativa. «Dal 2000 a oggi la tecnologia è comparsa ben cinque volte nel saggio tecnico- scientifico», ricorda Grassucci. Nel 2000 si è proposto Gutenberg e la rivoluzione di Internet, nel 2002 l’ecommerce, nel 2009 i social network, nel 2014 la tecnologia pervasiva. «In linea con la politica renziana anche il saggio socio-economico, che si concentra sulle sfide del XXI secolo e la competenza del cittadino nella vita economica e sociale», con brani di Ignazio Visco, Martha Nussbaum e una raccomandazione del parlamento europeo.
Il Mediterraneo e la letteratura. «Il saggio sull’immigrazione era presente nel totoesame, che quest’anno ha azzeccato due tracce su sette, che non è poco», dice Grassucci. Difficile da indovinare invece il saggio storico letterario, che quest’anno si concentra sulla letteratura come esperienza di vita proponendo dipinti di Van Gogh, Matisse, Hopper, e brani di Borges, Dante, Todorov. «Un tema molto vago come lo è sempre il saggio storico-letterario, che analizza sempre topoi come il viaggio, il sogno, l’amicizia. Fare il toto esame su questo è impossibile».
Ma sarà utile questa maturità? «Se vogliamo fare una prova formativa per svezzare i ragazzi e far fare loro un esame simile a quell universitari, potrebbe avere anche senso», risponde Grassucci. «Ma non ha senso spendere 200 milioni di euro all’anno, questo è quanto costa la maturità, per un esame che non serve poi a niente nella vita. Tanto i test di ingresso all’università si fanno comunque, visto che non si fidano dell’esito dell’esame di maturità». Anche perché, a vedere le votazioni finali, «l’esame è tutt’altro che oggettivo da Nord a Sud. I 100 e lode sono concentrati tutti al Sud, il che risulta difficile in termini demografici. Viene bocciato solo l’1%, e la decisione non avviene in sede d’esame ma durante gli scrutini. Ratificare quello che ha già stabilito il consiglio di classe prima dell’esame è totalmente inutile. C’è bisogno che sia un esame vero».
Sarà davvero la “Buona maturità”? Nel disegno di legge sulla Buona Scuola non è prevista alcuna riforma dell’esame di maturità. Si era detto di utilizzare i commissari interni per risparmiare i quasi 160 milioni di euro spesi per i professori esterni ogni anno, e invece non si è fatto. E anche le modifiche delle prove d’esame, visto che quest’anno a fare la maturità ci sono i primi ragazzi con i programmi riformati dalla riforma Gelmini, «sono state fatte in corso d’opera con enormi ritardi». Il decreto ministeriale con le nuove prove è arrivato solo a gennaio. I licei scientifici, ad esempio, hanno fatto la prima simulazione della nuova prova di matematica solo il 22 febbraio. E il ministero dell’Istruzione ha pubblicato le prime simulazioni su cui esercitarsi solo tra aprile e maggio. Senza contare che quest’anno, con i cosiddetti “calendari perpetui”, molti studenti hanno terminato la scuola solo una settimana prima dell’inizio delle prove di maturità.
Fonte: Linkiesta.it

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