Come viene utilizzato lo smartphone nel quotidiano? Quali sono i confini di utilizzo dei nuovi dispositivi tecnologici, al limite tra il pubblico e il privato? Queste sono le domande che Larissa Hjorth e Sun Sun Lim hanno usato per indagare pratiche sociali legate all’introduzione delle nuove tecnologie nella vita lavorativa ed affettiva, con particolare riguardo a quella femminile.
Nelle ricerche raccolte dalla pubblicazione Mobile Intimacies, emerge che la mobilità e l’intimità, sfere tradizionalmente femminili, sono rafforzate dall’uso delle tecnologie mobili, dove la distinzione tra lavoro e tempo libero, pubblico e privato, è sempre più labile, annebbiata e offuscata dalla praticità con la quale gli smartphones seguono la vita quotidiana.
In questo numero speciale di Feminist Media Studies, tra lo smartphone e l’intimità si delinea una relazione ‘totale’, dove l’intimità è pervasa da responsabilità e questioni da gestire, dove lo spazio pubblico, lo spazio lavorativo penetra la sfera privata, per esempio attraverso la gestione dal cellulare delle email.
L’uso perenne del cellulare e delle sue applicazioni web, meglio conosciute come App, da una parte costringe e dall’altra consente ad una forma di modalità sempre “ON” dei vari ruoli che compongono la vita moderna: essere genitore (App Total Baby), prendersi cura di sé (App Runmeter), avere un conto in banca (App Mint), espletare i compiti quotidiani (App Evernote). Oppure interagire sullo smartphone con il compagno.a mediando e rimediando conflitti, valorizzando strategie differenti e creando opportunità per discutere o fare pace.
Il concetto di mobilità, che certi studiosi associano alle emozioni, si lega dunque ai dispositivi mobili che rafforzano la prossimità temporale e spaziale di tutti quegli ingredienti che compongono la vita moderna, attiva, con una famiglia tradizionale o allargata, da accudire.
Ma nello studio di Leopoldina Fortunati emerge anche una donna che interagisce con maggiore stress con il suo dispositivo mobile se la sua sfera privata è sottoposta a maggiori tensioni. Questo è specialmente vero laddove la donna si trova a dover interagire (leggi gestire) con diversi nuclei familiari contemporaneamente come per esempio quello d’origine e quello di un compagno (blended families), ma anche nel caso di propri genitori separati o riaccompagnati e nella gestione degli anziani di famiglia.
L’equilibrio tra tecnologia, soggettività, corpo, lavoro e affetti, nella loro gestione costante dal palmo della mano, si configura come la nuova sfida evolutiva. L’ambiente connettivo, come potremmo chiamarlo, creato dall’uso della telefonia mobile, sembra essere quello a cui bisogna adattarsi per sopravvivere.
© Melissa Pignatelli
Fonte: Mobile Intimacies, Feminist Media Studies Special Issue, Vol. 12 n°4, 2012, pubblicato da Taylor e Francis.