E’ successo ancora una volta. Dopo che il vaticanista di “Repubblica”, Marco Ansaldo, si è completamente inventato il rapimento/uccisione da parte del Vaticano del responsabile informatico della Santa Sede, dopo che si è illecitamente inventato, direttamente dalla sua postazione in redazione, un dialogo privato tra il segretario di Stato Bertone e Benedetto XVI, oggi Ansaldo ha pubblicato una ennesima falsa notizia: la governante del pontefice, Ingrid Stampa, l’ex segretario di Benedetto XVI, Josef Clemens, e il cardinale Paolo Sardi sarebbero sospettati dagli inquirenti penali e dalla Commissione cardinalizia sul caso “Vatileaks”, ovvero la fuga di documenti riservati vaticani riguardanti i rapporti all’interno e all’esterno della Santa Sede.
Secondo la tattica continuamente usata da Marco Politi de “Il Fatto Quotidiano”, suo stretto compagno di bufale anticlericali, anche Ansaldo si è nascosto dietro alla solita fonte anonima e «interna alle Mura vaticane». Ognuno evidentemente ha il suo suggeritore anonimo a cui far dire di tutto e di più.
Immediata, anche questa volta, la dura smentita di padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, nei confronti di “Repubblica”, definendo “invettive” le invenzioni di Ansalo e spiegando: «L’articolo di “Repubblica” di questa mattina sulla vicenda della fuga di documenti vaticani ricopia (in diverse espressioni anche letteralmente e non solo nella citazione finale) un articolo firmato da Paul Badde, apparso su “Die Welt” online una settimana fa (15 luglio), senza aggiungere praticamente nulla se non alcuni argomenti non pertinenti e interpretati in modo infondato. Faccio notare che l’articolo di Die Welt non era stato ripreso finora dalla generalità della stampa tedesca, che ne aveva giustamente riconosciuto l’evidente parzialità e la grave responsabilità di indicare alcune persone come corresponsabili senza argomenti oggettivi. Per questo non avevo ritenuto opportuno reagire ad esso con decisione».
Padre Lombardi anche questa volta non ha nominato, per correttezza e rispetto, il vaticanista laicista (o vati-laicista) Marco Ansaldo, aggiungendo però che «è giusto far notare come l’informazione data in articoli di “Repubblica” su tutta questa vicenda sia stata particolarmente – e direi inspiegabilmente – caratterizzata da interventi che ho dovuto ripetutamente e pubblicamente smentire [...] In un tema complesso e delicato come questo, mi sembra che i lettori di uno dei più diffusi quotidiani italiani meritassero ben altro rispetto della correttezza e della deontologia dell’informazione». Dopo padre Lombardi è intervenuta anche la Segreteria di Stato, esprimendo «ferma e totale riprovazione per tali pubblicazioni, non fondate su argomenti oggettivi e gravemente lesive dell’onorabilità delle persone interessate, da molti anni al fedele servizio del Santo Padre».
Si ribadisce il consiglio già dato in precedenza: evitare di informarsi su quanto accade in Vaticano dal “trio della disinformatio”, Marco Politi, Marco Lillo & Marco Ansaldo, persone che sfruttano la popolarità loro concessa per portare avanti personali guerre ideologiche.